Page 47 - SAGRE E BORGHI MODENA
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Sant’Agostino questa chiesa (chiamata anche Pantheon Atestinum, in quanto adornata con statue e busti di santi e beati della casa d’Este, o in qualche modo imparentati con essa), che, eretta nel Trecento (nel sito di una precedente “chiesa degli agostiniani” fondata nel 1245) e recante an- cora sul fianco sinistro numerose tracce di quell’epoca, ha però attualmente una spiccata fisionomia seicentesca. Essa fu infatti profondamente modificata nel 1663, per volere della duchessa Laura Martinozzi, che volle che fossero qui celebrati i solenni funerali del duca Alfonso IV suo marito: la sobria struttura trecentesca è ornata da una ricca deco- razione di stucchi e da un pregevole soffitto a cassettoni, sul quale più artisti dipinsero ritratti di nobili e santi. Spicca invece per intensità drammatica il gruppo scultoreo in ter- racotta della Deposizione della Croce (1476), capolavoro del modenese Antonio Begarelli (nella prima cappella a destra). Altra traccia visibile dell’antica chiesa, conservata all’interno, è l’affresco trecentesco della Madonna della consolazione, di Tommaso da Modena: una Maria ritratta con delicata naturalezza nell’atto di allattare il bambino.
CHIESA DI SANTA MARIA DELLA POMPOSA
È una delle chiese più antiche della città (se ne ha notizia dal 1153). Ma l’edificio conserva ben poco della sua strut- tura originale: oltre alla muratura della metà inferiore della chiesa, nella facciata è possibile distinguere la traccia di un’antica porta romanica poi chiusa, di cui rimangono i semplicissimi capitelli in cotto e parte dell’arco a tutto sesto, ed inoltre tracce della decorazione a denti di sega del sottotetto sinistro e dell’oculo centrale, mentre la torre mas- siccia al fianco dell’edificio (che forse nel Medioevo faceva parte di un castello) è mozza a una certa altezza. Più che per la sua rilevanza monumentale, l’importanza della chie- sa è dovuta al fatto di essere stata la sede parrocchiale e la dimora di Ludovico Antonio Muratori, il grande storico mo- denese, che ne fu “prevosto” (parroco) dal 1716 al 1750. Per sua stessa volontà, Muratori, al tempo già studioso e scrittore di fama, si fece assegnare “la cura delle anime” di quello che era uno dei quartieri più poveri e malmessi della città. La chiesa stessa, in pessime condizioni, fu ricostruita dalle fondamenta, e Muratori vi fece aggiungere il coro. All’interno si trova un ciclo di dipinti del Seicento e del Settecento su San Sebastiano, opera di Bernardino Cervi e Francesco Vellani.
La chiesa, con annessa canonica (dove Muratori visse attendendo alle sue opere più celebri), costituisce oggi il complesso dell’Aedes Muratoriana (Casa del Muratori), sede della Deputazione di Storia patria e del Museo Mu- ratoriano. Testimonianza di affetto dei modenesi per uno dei suoi cittadini più illustri è il monumento a L. A. Muratori, che sorge poco lontano, sull’omonimo Largo che si affaccia sulla via Emilia. Scolpito da Adeodato Malatesta, che non volle ricevere compenso, il monumento ritrae lo storico in un atteggiamento pensieroso, ma riesce anche a suggerirne la profonda umanità.
CHIESA DI SAN VINCENZO
Eretta nel 1617 su una chiesa precedente di cui si hanno notizie già dal Duecento. Attribuita erroneamente al gran- de architetto modenese Guarino Guarini, il quale nacque però sette anni più tardi. In realtà l’esecuzione della chie-
sa fu affidata a Paolo Reggiano e in seguito a Bernardo Castagnini, con cui il giovane Guarini forse collaborò. La chiesa è impreziosita dagli affreschi di Sigismondo Caula (con architetture dipinte di Sebastiano Sansone), raffiguranti le vite dei santi Vincenzo e Gaetano di Thiene, fondatore dell’ordine dei Teatini a cui la chiesa era stata affidata (la cupola, affrescata dallo stesso Caula e Tommaso Costa, è stata distrutta durante la guerra in un bombardamento). La chiesa ha ospitato, nella prima cappella a sinistra, anche una tela di Guercino, rubata da ignoti nell’agosto 2014. Fortunatamente la tela è stata successivamente recuperata a Casablanca (Marocco) nel marzo del 2017; i danni ri- portati si sono rivelati notevoli. Alla fine del restauro tornerà nella sua sede originaria.
San Vincenzo è la sede dei monumenti funebri dei duchi estensi.
CIMITERO DI SAN CATALDO
Poco fuori dal centro storico si trova il cimi- tero di San Cataldo, cimitero della città. È compo- sto da due parti, un’an- tica e una recente. La prima por- ta il nome dell’architet- to Cesare Costa ed è stata realiz- zata tra il
1858 e il 1876; vi si trovano numerose opere d’arte di notevole valore artistico. Tra i defunti seppelliti in questa parte si trova anche Enzo Ferrari, in una tomba a fianco di quella del figlio Dino; nonché Alberto Braglia (atleta) e Vir- ginia Reiter attrice che visse molti anni a Modena. La parte recente, il cimitero monumentale “Aldo Rossi”, è costruita in base al progetto dell’architetto Aldo Rossi. La costruzione del cimitero è oggi parzialmente completata ed è articolata in modo da limitare gli ampi spazi verdi contrassegnati da sentieri di croci riservati ai pedoni. All’interno del cimitero ha sede la chiesa.
COMPLESSO DI SANT’AGOSTINO
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