Page 45 - SAGRE E BORGHI MODENA
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DA VEDERE
ACETAIA COMUNALE
Posta nel sottotetto del Palazzo Comunale, ospita tre batte- rie: due più piccole, da sei botticelle ciascuna, che hanno preso i nomi dai fiumi Secchia e Panaro e una da die- ci botticelle intitolata alla Torre Ghirlandina. Sono inoltre presenti diversi oggetti legati alla cultura dell’aceto, tra cui quattro “tragni”, i tradizionali vasi in terracotta smaltata per conservare l’aceto.
BIBLIOTECA ESTENSE
La Biblioteca Estense, oltre a volumi di ogni tipo per la con- sultazione e lo studio, ha una collezione di manoscritti, car- te geografiche, spartiti musicali, xilografie, incisioni in rame e antichi libri a stampa tra le più grandi e importanti d’Italia, visibili in una mostra permanente all’interno della bibliote- ca. Fra tutti occorre ricordare i due volumi della Bibbia di Borso d’Este, uno dei testi miniati più famosi al mondo, le cui sgargianti miniature opera di Taddeo Crivelli ed altri sono considerate uno dei capolavori assoluti dell’arte del Quattrocento, e il De Sphaera, unanimemente considerato il più bel libro astrologico del Rinascimento italiano: miniato per la corte di Milano (reca infatti lo stemma Visconti-Sforza sulla copertina) forse da Cristoforo de Predis, pervenne agli Estensi di Ferrara nell’ambito dei frequenti interscambi con la corte sforzesca.
CASA MUSEO PAVAROTTI
La villa nella quale il Maestro insieme alla sua famiglia ha vissuto gli ultimi anni della sua vita, trasformata in uno splen- dido museo. La visita permette di scoprire il Maestro alla luce più intima e calda delle sue stanze, di avvicinarsi gar- batamente alla sua memoria conoscendo le sue abitudini quotidiane.
sima epidemia di peste che, secondo un cronista, giunse a causare fino a duecento morti al giorno. Il voto del Comune fu appunto di costruire, se e quando fosse cessata l’epide- mia, una chiesa che, per interessamento del duca (durante la peste rifugiatosi con la corte sulle colline del Reggia- no), fu dedicata alla Madonna della Ghiara, protettrice di Reggio (che, a differenza di Modena, fu soltanto sfiorata dall’epidemia). Non appena questa finì, a mantenimento del voto, su disegno dell’architetto modenese Cristoforo Galaverna, nel 1634 s’iniziò la costruzione della chiesa in uno stile piuttosto ibrido e sormontata da una cupola. Fu commissionata anche al pittore Lodovico Lana una grande pala che si trova ancora all’interno assieme ad altri dipinti e rappresenta nella parte inferiore scene della peste e in quella superiore la Vergine col Bambino con santi, angeli e su un piatto è l’offerta della città riconoscibile dalle torri del duomo e del palazzo comunale.
CHIESA DI SAN BIAGIO
La chiesa vide le origini nel 1319, assieme al monastero in cui si stabi- lirono i frati Carmelitani, ad opera della famiglia modenese dei Sadole- to in onore della Beata Vergine del Carmine. Fu in seguito ricostruita tra il 1646 ed il 1658, durante il governo di Francesco I. All’interno la chiesa presenta una sola navata; presso le sei arcate (una per ogni lato) si trovano degli al- tari. Il coro e l’imponente
cupola furono affrescati da Mattia Preti, allievo del Guerci- no. Accanto alla chiesa è presente un chiostro, ove è stata rinvenuta, a seguito di restauro, una lunetta affrescata del Trecento, raffigurante la Madonna col Bambino, San Mar- tino e due offerenti.
CHIESA DI SAN CARLO
La chiesa di San Carlo fu eretta a partire dal 1664 su disegno di Bartolo-
meo Avanzini; alla
sua morte la proget-
tazione fu affidata al capomastro muratore, il confratello Giovanni Pietro Piazza. Termina- ti i lavori, che duraro- no più di un secolo, fu infine consacrata nel 1766. La chiesa ripropone in dimensio- ni ridotte la chiesa di San Carlo ai Catinari di Roma (ad esclusio- ne della cupola), ed era stata voluta per
   CHIESA DEL VOTO
La chiesa del Voto, che sorge sulla via Emilia di fronte a corso Duomo e quin- di a poca distanza da questo, prende il nome da un voto del Comune modenese e del duca Francesco I d’Este fatto nel 1630, quando la città fu in- vestita da una gravis-
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