Page 46 - SAGRE E BORGHI MODENA
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dare al Collegio San Carlo, o Collegio dei Nobili (fondato nel 1626) un degno luogo di culto. La facciata è costruita in laterizio con fregi marmorei e timpano triangolare che chiude il prospetto della facciata, mentre l’interno è a tre navate, sorrette da arcate e delimitate da quattro grossi corpi centrali su cui si imposta la cupola. L’abside ospita l’altar maggiore in marmo rosso di Verona, datato 1828. La monumentale ornamentazione in stucco che orna l’abside è opera di Antonio Traeri detto Il Cestellino, e ospita una tela di Marcantonio Franceschini rappresentante la peste di Milano del 1576: la Madonna col Bambino siede in cielo, sotto di lei l’infuriare del morbo e San Carlo Borromeo tra altri personaggi che prega inginocchiato presso la Croce. A seguito di numerosi interventi di restauro, l’ultimo dei quali risale dal 1980, la chiesa, non più officiata, è stata infi- ne adibita ad auditorium. La chiesa di San Carlo fa parte di una struttura più ampia denominata complesso di San Carlo, che comprende anche una cappella, un teatro, una biblioteca, oltre allo scenografico porticato. Il complesso ospita la Fondazione Collegio San Carlo (già “Collegio dei Nobili di San Carlo”), istituto privato di ricerca che svol- ge funzioni di rilevanza pubblica in ambito formativo e cul- turale con particolare attenzione alla filosofia, alle scienze umane e sociali e alle scienze religiose.
CHIESA DI SAN DOMENICO
La chiesa è situata nel luogo dove nel 1243 i frati predica- tori eressero una prima chiesa, orientata liturgicamente con facciata ad ovest. All’arrivo degli Este a Modena e l’inizio dell’edificazione del nuovo Palazzo Ducale, la chiesa ri- sultava molto vicina e disarmonica rispetto alla residenza estense, per questo nel 1707-1708 ne fu decisa la demoli- zione e l’edificazione di un nuovo tempio, con facciata al- lineata a quella del Palazzo. All’interno la chiesa conserva un pregevole plastico di Antonio Begarelli, opera di forte realismo, che raffigura Gesù in casa di Marta.
CHIESA DI SAN GIORGIO
È conosciuta anche come “Santuario della Bea- ta Vergine Ausiliatrice del Popolo modenese”, secondo il nome che le era attribuito fino ad un secolo fa. La Beata Vergine Au- siliatrice è naturalmente l’immagine della Ma- donna pre-
sente sull’altare maggiore, che anticamente era posta all’esterno del santuario affinché i Modenesi del tempo potessero venerarla. L’altare maggiore della chiesa fu rea-
lizzato in marmi policromi da Antonio Loraghi (1666).
La chiesa è degna di nota per la sua pianta a croce greca (cioè composta di quattro bracci della stessa dimensione). Fu realizzata a partire dal 1647 da un progetto di Gaspa- re Vigarani e Cristoforo Malagola detto il Galaverna.
CHIESA DI SAN FRANCESCO
I frati francescani arrivarono a Modena molto presto: si ha notizia di un convento fuori le mura già nel 1221, quan- do Francesco d’Assisi era ancora vivo. L’attuale chiesa di San Francesco fu costruita molto lentamente, a partire dal 1244, e due secoli dopo non era ancora terminata. Di sobrio stile gotico all’esterno, le cui tracce restano visibili sul fianco settentrionale, ma principalmente nella facciata, che ha mantenuto pressoché integra la sua struttura, (ma in parte è dovuto a ristrutturazioni ottocentesche), all’interno è piuttosto rimaneggiata, ed ospita uno dei capolavori del Begarelli, la Deposizione del Cristo dalla Croce: un gruppo di tredici statue “fotografate” in un momento intensamente drammatico. Fronteggia la facciata della chiesa una piace- vole fontana con statua di San Francesco, opera di Giusep- pe Graziosi (1920)
CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA
Unica chiesa antica modenese completamente isolata (os- sia senza edifici sorti addosso ai suoi muri), se si eccettua il Duomo (isolato agli inizi del secolo), è posta all’angolo tra via Emilia e l’odierna Piazza Matteotti. Sorta sul luogo di una più antica chiesa dedicata a San Michele, fu ricostruita nel Cinquecento, ma rivela nei decori e nella struttura (la cupola, ellittica e non circolare) le profonde modifiche subi- te nel Settecento. Notevole l’organo costruito dall’organaro Agostino Traeri.
Contiene tuttora il capolavoro dello scultore cinquecentesco modenese Guido Mazzoni, la Deposizione dalla croce (1476), un gruppo di statue in terracotta policrome partico- larmente interessanti.
CHIESA DI SAN PIETRO
La tradizione vuole che la Chiesa sorga nel sito di un anti- chissimo tempio a Giove Capitolino. La chiesa attuale è sta- ta però edificata a partire dal 1476 secondo un progetto dell’architetto Pietro Barabani di Carpi. Venne consacrata nel 1518. Si tratta di un bell’esempio di architettura rinasci- mentale a Modena (oltre che di una delle più belle chiese in città), impreziosita all’interno da un organo cinquecente- sco, con intagli in legno dorato e portelli molto ben dipinti, da una Madonna attribuita a Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato, e soprattutto dalle numerose opere in terra- cotta realizzate dal Begarelli: i sei santi disposti intorno alla navata centrale, la Pietà e soprattutto il cosiddetto Apogeo Begarelliano, un gruppo raffigurante l’assunzione della Ma- donna tra i santi Pietro, Paolo, Benedetto e Geminiano. Il notevole campanile a vela fu eretto nel 1629.
Adiacente alla chiesa è presente un’antica abbazia abitata da una congregazione di monaci benedettini. In origine il monastero di san Pietro venne fondato fuori le mura della città nel 996 come fondazione vescovile.
CHIESA DI SANT’AGOSTINO
Di fianco al palazzo dei Musei si affaccia sul piazzale
 44 Modena Sagre e Borghi
















































































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