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presenta due balconi con bifore ornati da elaborate terre- cotte. Di notevole interesse la bifora tardoquattrocentesca in terracotta con Madonna collocata nel cortile interno, pro- veniente dalla vicina contrada della Cavallina. All’interno affreschi ottocenteschi di Lelio Rossi, Carlo Grossi, Andrea Becchi e Fermo Forti.
PIAZZA MARTIRI
Con i suoi oltre sedicimila metri quadrati di superficie, la rinascimentale piazza dei Martiri è una delle più estese piazze d’Italia. Definita nelle attuali forme a inizio Cin- quecento, da cinque secoli rappresenta il centro politico, religioso e amministrativo di Carpi. La piazza è definita a ovest dal quattrocentesco Portico Lungo, a est dal comples- so del Palazzo dei Pio, a nord è chiusa dal Duomo, fondato
nel 1515. A sud l’imbocco sull’antica Strada Maestra (ora corso Alberto Pio) è definito dal Portico del Grano, posto in leggera diagonale rispetto all’asse della piazza, e dal settecentesco palazzo Scacchetti, sede del Municipio. Inte- grazione ottocentesca (1859-1861) è il Teatro comunale, di impostazione neoclassica.
PIAZZALE RE ASTOLFO
Originario fulcro della cittadella medievale, fu denomina- to anche Piazza del giuoco del pallone a partire dal XVII secolo, per l’abitudine di adibirlo a questo divertimento po- polare. A occidente è delimitato dalla facciata del Palazzo Pio; a settentrione dall’opificio Loria per la manifattura del truciolo, edificio di archeologia industriale ora adibito a biblioteca. A est la pieve della Sagra (di Santa Maria in Castello) con l’annesso palazzo e il quattrocentesco Castel- vecchio. L’area della piazza, in origine, era completamente edificata e costituiva il centro della città. Nella pavimenta- zione in porfido, una doppia fila di cubetti traccia il perime- tro dell’antica chiesa, parzialmente demolita nel XVI secolo per volere di Alberto III Pio. Le lastre di pietra piacentina, disposte in modo regolare, hanno la dimensione del brac- cio carpigiano (52,47 cm) che costituiva l’unità di misura locale prima del sistema metrico decimale. La distanza fra le lastre compone una griglia di 6, 8, 12 braccia e ricorda le misure usate per costruire la pieve e le case medievali che occupavano l’area del piazzale.
PIEVE DELLA SAGRA
La pieve di Santa Maria in Castello venne fondata nel 752/753 da Astolfo, re dei Longobardi; fu denominata “La Sagra” dopo la consacrazione ufficiale di papa Lucio III del 1184. L’edificio fu ricostruito in epoca matildica (tra XI e XII secolo) con le forme architettoniche e decorative di stile romanico, ancora oggi visibili su absidi e muri laterali. La facciata fu realizzata su progetto di Baldassarre Peruzzi dopo il 1503, quando la chiesa fu ridotta per volere di Alberto III Pio per costruire la nuova Collegiata nella piazza grande. Sul portale fu ricollocata la lunetta con la Croci- fissione, bassorilievo romanico di Nicola Pisano. All’inter- no, di notevole interesse, gli affreschi del XIII-XV secolo di ambito tardogotico, l’ambone marmoreo e il sarcofago di Manfredo Pio, opera del 1351 di Sibellino da Carrara.
PORTICO DEL GRANO
Le nove ampie volte della Loggia o Portico del grano, ospi- tavano il mercato delle granaglie e, fino alla metà dell’Ot- tocento, la gabella dei grani. Edificato nel primo decennio del ‘500, probabilmente su progetto di Baldassarre Peruz- zi, il Portico prolunga in linea obliqua la quinta del Portico Lungo della piazza, introducendo armoniosamente l’antica Strada Maestra.
PORTICO LUNGO
Le scenografiche 52 arcate di fronte alla facciata del Pa- lazzo dei Pio formano la quinta dell’antico quartiere di Bor- gogioioso. Di origine quattrocentesca, come dimostrano le date incise sulle colonne e gli elementi goticizzanti delle facciate, agli inizi del ‘500 il portico fu uniformato con la decorazione di un fregio sugli archi, costituito da un cordo- lo tondeggiante sorretto da sfere. Le colonne presentano va-
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