Page 78 - modena borghi
P. 78

  edificio presenta una struttura con cortile centrale porticato, vicino per modelli a coeve architetture ferraresi. Dell’origi- naria residenza quattrocentesca rimangono l’ala nord e la facciata, con il portale dall’arco a sesto acuto e raffinate decorazioni in cotto nella cornice superiore.
CHIESA DI SAN ROCCO
In origine denominata Santa Maria delle Grazie, la chiesa fu costruita a partire dal 1495 per volontà di Alberto III Pio. Interrotta la costruzione, chiesa e convento furono interes- sati da un rifacimento barocco. Il convento (che ora ospita l’istituto musicale cittadino) si sviluppa intorno al cortile di struttura settecentesca; le sale interne presentano decora- zioni e soffitti lignei sono del XVII secolo. La chiesa, ad aula unica, è stata recentemente adattata ad Auditorium. Ospitava nel ‘700 dipinti di Guido Reni e del Guercino, ora alla Galleria estense di Modena.
MUSEO DEL DEPORTATO
Collocato al piano terra del Castello, si sviluppa lungo tre- dici ambienti, alcuni dei quali affrescati con pertinenza al tema della pace e della Resistenza, commemorando i de- portati, da Pablo Picasso, Emilio Longoni, Corrado Cagli, Fernand Legér e Renato Guttuso; e ai quali si alternano suggestivi e toccanti pensieri dei condannati a morte della Resistenza europea che, attraverso il graffito, sensibilizzano civilmente alla pace. Nel 1999 il figlio del pittore milanese Aldo Carpi, lo scrittore Pinin, ha donato al Museo 150 opere del padre che ha vissuto e riportato visivamente le tragedie delle due guerre mondiali; in particolare Il diario di Gunsen, ritratti a disegno densi di pathos redatti con sintetico realismo fotografico, che narrano l’orrore prodotto dai lager nazisti negli uomini. L’attività espositiva del Mu-
seo è indirizzata verso la continuità della memoria delle atrocità naziste quale memento e monito affinché non si possano riperpetrare nuovamente altre crudeltà; qui sono spesso realizzate mostre documentarie od artistiche, che abbiano uno stretto legame con la Resistenza, il sacrificio ebraico dell’Olocausto, della prigionia e delle distruzioni provocate dalla guerra come Monumenti in guerra 1943- 45, gli alleati e i danni al patrimonio culturale in Emilia Romagna. Il percorso espositivo si chiude con la Sala dei nomi: sui muri e sulle volte sono incisi, come nella sinago- ga di Praga, i nomi di quattordicimila deportati italiani nei campi di concentramento nazisti. Nel cortile del museo i nomi di alcuni campi di concentramento nazisti sono incisi su sedici stele polidirezionate, alte sei metri, in forma di lapi- di funerarie. Nel 1984 il comune di Carpi ha ottenuto dallo Stato la concessione dell’area dell’ex campo di Fossoli. In attesa dell’attuazione di un progetto di recupero del sito, è possibile visitare quanto rimane delle baracche, utilizzate fino agli anni Sessanta, occupate prima dalla comunità di Nomadelfia e poi dai profughi giuliani e dalmati.
MUSEO DELLA CITTA’
Il Museo della Città espone, razionalizzandolo nel filo cronologico della storia di Carpi, il patrimonio artistico e artigianale del vecchio Museo civico fondato nel 1898. Quell’istituto, in pieno clima positivista, aveva raccolto nelle sue collezioni, oltre a opere d’arte, tutto ciò che esprimesse l’attività e l’ingegno dell’uomo nei secoli della vita di Carpi. Dalle produzioni ceramiche alle terrecotte, dalle scagliole ai cimeli risorgimentali, passando per volumi a stampa e documenti, ma anche frammenti architettonici e decorativi della città, si arriva a macchinari, attrezzi e documentazio- ne multimediale della attività agricola, quindi della produ-
  76 Modena Sagre e Borghi


























































































   76   77   78   79   80