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 ficata dall’architetto Lanfranco nel sito del sepolcro di san Geminiano, patrono di Modena, dove in precedenza, a partire dal V secolo, erano state già erette due chiese. Nel- la cripta del duomo si trovano le reliquie del santo, conser- vate in una semplice urna del IV secolo ricoperta da una la- stra di pietra e sorretta da colonne di spoglio. Il sarcofago, custodito entro una teca di cristallo, viene aperto ogni anno in occasione della festa del santo stesso (31 gennaio) e le spoglie del santo, rivestite degli abiti vescovili con accanto il pastorale, vengono esposte alla devozione dei fedeli.
A fianco della cattedrale sorge la torre campanaria detta la Ghirlandina.
Nell’aprile del 1934 papa Pio XI l’ha elevata alla dignità di basilica minore.
Il Duomo di Modena, con la Torre Civica e la Piazza Gran- de della città, è stato inserito dal 1997 nella lista dei siti italiani patrimonio dell’umanità dall’Unesco.
FORO BOARIO
Il Foro Boario, di notevole interesse architettonico e urbani- stico, è costituito da un lunghissimo edificio (circa 250 metri) perfettamente bifronte, con quattro facciate, uguali a due a due. Nel corpo centrale, che si estende per circa 45 metri, è presente nel fastigio un orologio e panoplia, opera di Luigi Righi, che vi ha raffigurato le Allegorie delle Armi, del- la Fertilità, delle Arti e del Tempo. Fu costruito nella prima metà dell’Ottocento per volontà di Francesco IV d’Austria d’Este (duca di Modena, Reggio e Mirandola dal 1815) che ne affidò la progettazione all’architetto Francesco Van- delli, autore di numerosi altri edifici pubblici e privati della città. A tutt’oggi sul lato che costeggia il versante sinistro di viale Berengario è presente una lapide voluta dal duca stes- so, che riporta la data di edificazione (1831) e la dedica agli agricoltori (“Honori et comodo fidelium agricolarum”) impegnati nella costruzione del complesso.
GALLERIA ESTENSE
La Galleria estense è forse il maggiore tesoro portato dai duchi d’Este a Modena: tanto che alla grande collezione
fece ricorso il duca Francesco III, che nel 1746 sanò il dissestato bilancio del ducato vendendo al re di Polonia i cento quadri stimati più importanti. Malgrado la perdita di queste opere (oggi per lo più a Dresda) essa rimane una delle più importanti collezioni pubbliche italiane, ospitando opere di Tintoretto, Paolo Veronese, Guido Reni, Jacopo Bassano, Correggio, Cosmè Tura, Tommaso da Modena, Lorenzo di Credi, Jacopo Palma il giovane, Dosso Dossi, il Guercino, i fratelli Carracci, i primitivi emiliani e il celebre Trittico di El Greco. Ma le opere più celebri sono i due ritrat- ti del duca Francesco I d’Este: il busto in marmo del Bernini e la tela di Velázquez. La galleria espone anche oggetti an- tichi etruschi e romani, ceramiche, esempi del medagliere estense, strumenti musicali fra cui la famosa Arpa Estense.
MERCATO ALBINELLI
Nel centro storico di Modena è da visitare lo storico Mer- cato coperto Albinelli, inaugurato nel 1931, dove è pos- sibile trovare tutti i prodotti tradizionali locali. Il mercato propone anche aperitivi ed eventi degustazione secondo un calendario programmato.
MONUMENTO A TASSONI
Nella piccola Piazza della Torre che si affaccia su via Emi- lia, è collocato il Monumento ad Alessandro Tassoni, il più celebre dei poeti modenesi, autore del poema eroicomico “La secchia rapita”, in cui con suprema ironia si narrano le contese medievali tra modenesi e bolognesi. L’arguzia del personaggio è ben rappresentata nella posa della statua, realizzata nel 1860 dallo scultore modenese Alessandro Cavazza.
MUSEO DEL DUOMO
Il Museo del Duomo di Modena raccoglie un ricco patrimo- nio costituito da opere d’arte, parati e suppellettili liturgiche, che testimonia la vitalità della Chiesa modenese nel corso dei secoli. Importante il lapidario con reperti dal cantiere di Wiligelmo, Lanfranco e dei Campionesi.
Il Lapidario, costituito già alla fine dell’800, integra il di- scorso storico-artistico del tempio, capolavoro della cultura romanica costruito dal 1099 dall’architetto Lanfranco con sculture del grande Wiligelmo, sulla tomba di San Gemi- niano, vescovo e patrono di Modena vissuto nel IV secolo. Raduna rilievi, sculture e iscrizioni d’età romana, medievale e rinascimentale, recuperati negli interventi al Duomo fra Otto e Novecento, rinvenuti in scavi o rimossi per moti- vi di conservazione; vi spiccano le “metope” romaniche, otto lastre a decoro del tetto scolpite da un seguace di Wiligelmo. Il Museo, inaugurato nell’anno giubilare 2000, racchiude il “tesoro” di straordinaria magnificenza, che van- ta suppellettili e arredi come l’altarolo portatile del XI-XII secolo, l’Evangeliario romanico con coperta in argento e avorio, l’apparato in argento già sulla tomba del Santo, preziosi reliquiari, parati liturgici, gli arazzi con Storie della Genesi prodotti a Bruxelles fra il 1560 e il ‘70 e un’impor- tante quadreria.
MUSEO DELLA FIGURINA
Il Museo della Figurina è nato dall’appassionata opera col- lezionistica di Giuseppe Panini, fondatore, nel 1961, dell’o- monima azienda Panini assieme ai fratelli Benito, Franco
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