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GRANAROLO DELL’EMILIA www.comune.granarolo-dellemilia.bo.it
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NUMERI UTILI
Comune
Via San Donato, 199...051/6004111
Biblioteca Comunale
Via San Donato, 74.... 051/6004310
Polizia Municipale
Via San Donato, 199.. 051/6004110
Città di Granarolo dell’Emilia
Il territorio di Granarolo dell’Emilia si estende immediata- mente a nord di Bologna, lungo la direttrice Via San Do- nato, nella pianura compresa tra il torrente Idice e il ca- nale Navile. Il comune di Granarolo dell’Emilia (12.042 abitanti) è sede amministrativa dell’Unione Terre di Pianura, onorato del titolo di Città il 2 ottobre 1995. Le prime trac- ce di popolamento risalgono all’epoca villanoviana, con le sepolture rinvenute a Viadagola e Quarto Inferiore (VI sec. a.C). Etruschi e celti hanno calcato queste terre sulla via di Ferrara, ma è soprattutto l’epoca romana ad aver lasciato tracce indelebili con la centuriazione del territorio. Il toponimo compare in documenti medievali come Gar- narolo, derivante dal latino Granarolum, cioè deposito di grani, per l’estesa presenza di coltivazioni di grano nella zona. Granarolo dell’Emilia è tra i comuni più sviluppati del- la provincia bolognese, con un migliaio di piccole-medie aziende artigianali, industriali ed agricole, che impiega una forza-lavoro di oltre 6000 unità, generando un indotto non indifferente nell’area cittadina. La prima sede del Consor- zio bolognese produttori latte, che diede origine al latte Granarolo, nacque il 21 giugno 1957 per iniziativa dei contadini locali, allo scopo di contrastare la speculazione sul latte alimentare.
CHIESA DI SAN VITALE
Sorta su un edificio trecentesco dipendente dall’Abbazia di Pomposa, nel 1682 fu ricostruita per volontà del parroco Torri insieme alla canonica, raddoppiando le dimensioni ori- ginali. L’interno, di ordine dorico, presenta un’unica navata con quattro cappelle laterali ed il presbiterio. La chiesa con- serva una pala d’altare della chiesa precedente raffigurante San Vitale con Sant’Andrea. Numerosi i dipinti di scuola bolognese: tra gli altri, si segnalano un San Girolamo della scuola del Guercino e affreschi attribuiti ad Anna Sirani (Transito di San Francesco, la Beata Vergine di San Luca e Santi) . La statua della Madonna del Rosario rappresenta la devozione alla Vergine degli abitanti di Granarolo. La festa
della Madonna del Rosario, (la cui memoria liturgica cade il 7 ottobre), viene celebrata ogni anno per antica tradizio- ne nella 2° domenica di ottobre. La statua, fabbricata in le- gno da F. De Mez di Ortisei attorno al 1940, sostituì quella più antica in cartapesta, risalente al ‘700, tradizionalmente portata in processione nella visita al cimitero prima dei gior- ni della festa. La facciata attuale della chiesa fu rifatta nel 1902 con una prospettiva obliqua, praticamente parallela alla linea della via San Donato. Le due statue inferiori, raffi- guranti San Pietro e San Paolo, sono coeve alla costruzione della chiesa, così come le due formelle simboleggianti la Consegna delle chiavi a Pietro e il Martirio di Paolo. Le statue dell’ordine superiore rappresentano San Giovanni Evangelista e Sant’Antonio Abate, opera dello scultore bo- lognese Celso Corazza, e risalenti ad inizio Novecento. Il campanile, ultimato nel 1832, fu costruito dal capomastro Giuseppe Brighenti, autore del nuovo concerto di quattro campane. L’attuale organo a canne, collocato in cantoria in Cornu Evangelii, fu realizzato nel 1865 da Gioacchino Sarti e Pietro Orsi, con uso di materiale più antico: di fronte infatti, nella cantoria in Cornu Epistolae, è ancora visibile la cassa lignea del precedente organo, opera di D.F. Traeri (1722). Nella chiesa si svolgono i concerti della rassegna Organi antichi, un patrimonio da ascoltare.
CHIESA DI S. ANDREA APOSTOLO
L’anno di fondazione non è chiaro, ma si cita l’esistenza di una parrocchia sotto il plebato di Bologna, Quartiere San Pietro, già nel 1378. Il 13 ottobre 1630 fu posta la prima pietra della nuova chiesa dal Parroco Don Giambattista Sa- battini, uno dei compadroni della chiesa, che a sue spese edificò la Cappella Maggiore. La nuova chiesa era di ori- gine etrusca, edificata su un progetto dell’architetto Bartolo Belli, lunga 71 piedi, larga 30 piedi e 3 once. Nel 1657 il Senatore Conte Filiberto Vizzani promosse l’avanzamento dei lavori e la portò a compimento; infine arricchì l’altare Maggiore con un prezioso dipinto ad olio che ritrae l’Apo-
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