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tragitto ciottolato (1589). Al fine di riparare dalle intemperie il crescente flusso di pellegrini, tra il 1674 e il 1739, venne edificata con fattiva partecipazione popolare una strada porticata, ossia il portico di S.Luca considerato il piu’ lungo al mondo: (3 km, 796 m) dall’arco Bonaccorsi, passando per l’Arco del Meloncello, (Dotti, 1732) fino in cima. Lungo il percorso si dispiegano 15 cappelle (I Misteri del Rosario) ed esattamente 666 archi, numero diabolico utilizzato per simboleggiare il demonio, ovvero il serpente che striscian- do sinuoso fino al santuario, viene sconfitto e schiaccia- to ai piedi dalla Beata Vergine di San Luca. Nel 1433 il raccolto dei bolognesi, flagellato da tre mesi di continua pioggia, venne scongiurato dalla discesa dell’icona della Beata Vergine col Bambino. Allor che, giunta ai piedi di Porta Saragozza, smise di piovere, si schiari’ il cielo e il sole abbaglio’ la massa incredula, che decise per voto di celebrare ogni anno la processione rituale.
LE DUE TORRI
Le Due Torri
Simbolo distintivo della bolognesità, formano l’articolo il cittadino.
Le due torri coincidono con l’ingresso in città dell’antica via Emilia, fungendo da vedette militari sul territorio circostante. Tra la ventina di torri sopravvissute nel tempo, quando in epoca medievale se ne contavano circa un centinaio, rap- presentavano il prestigio sociale delle famiglie, una rivalità espressa sul campo a colpi di pietre verso il cielo. La torre degli Asinelli (97,2 m) è la torre pendente (2,23 m verso ovest) piu’ alta d’Italia e venne eretta tra il 1109-1119 dalla famiglia omonima. Cinta alla base da una rocchetta merla- ta (1488), sede del corpo di guardia, ospita ora botteghe artigiane come nel medievale mercato di mezzo. Si giunge in cima dopo aver percorso 498 scalini ripidi su una stretta scala di legno a spirale, godendo di una vista panoramica ineguagliabile. La leggenda narra che, per scaramanzia, è preferibile per gli studenti universitari non salire i suoi scalini sconnessi, pena il mancato conseguimento della laurea. La torre Garisenda (48,16 m) appartenente all’Arte dei Drappieri, fu costruita nel 1109-10 e abbassata di 12 metri (1351-60) per ragioni di sicurezza, vista la pericolosa incli- nazione (3,22 m verso nord-est) e le fondamenta cedevoli. Rivestita alla base con gesso di selenite verso fine Ottocen- to, non è aperta al pubblico e non è visitabile. La Garisen- da originale ispiro’ il Sommo Poeta, che la paragono’ al gigante Anteo chinato, sovrastante se’ medesimo e Virgilio nei versi della Divina Commedia (Inferno, XXXI).
PARCO DELLA MONTAGNOLA
Parco della Montagnola
E’ il più antico parco cittadino, situato in pieno centro, a due passi dalla stazione e dall’autostazione. Sorge su una collinetta artificiale, sui ruderi della Rocca di Galliera co- struita per ospitare la corte papale, poi distrutta a furor di popolo. Dal 1662 l’area di 6 ettari, sopraelevata rispetto a quella circostante, venne sistemata e destinata ad uso pubblico per lo svago e le passeggiate negli ampi viali e nel piazzale centrale, come da decreto napoleonico del 1805. La fisionomia attuale ricalca le linee geometriche ispirate ai giardini francesi settecenteschi, affidato dal gio- vane Bonaparte all’architetto G. B. Martinetti. Nel 1896 la Montagnola fu arricchita con la grande scalinata mo- numentale del Pincio, (ad opera del duo Azzolini-Muggia) comprendente il gruppo scultoreo della cosiddetta moglie del Nettuno, una ninfa e un cavallo marino attaccati da una piovra, scolpiti da Diego Sarti, autore anche della vasca circolare collocata al centro del giardino, costruita in occa- sione dell’Esposizione Emiliana (1888). L’8 agosto 1848 il parco della Montagnola fu teatro di un’acerrima battaglia, con la cacciata degli austriaci imperiali, respinti con auda- cia da un’insurrezione popolare. In memoria all’evento si estende Piazza XIII Agosto, dove si svolge periodicamen- te ogni venerdi e sabato il mercato della piazzola, bazar popolare di bancarelle stracolme di accessori, curiosità e abbigliamento vintage. Fra gli alberi del giardino, che ha una superficie di circa 6 ettari, risaltano le grandi chiome di alcuni platani monumentali, il cui impianto originale risale all’epoca epoca napoleonica.
GIARDINI MARGHERITA
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Giardini Margherita
E’ il polmone verde della città, il piu’ grande e frequentato spazio naturale.