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vasca marmorea (donazione del Re dei Longobardi), rino- minata Catino di Pilato. Nel chiostro benedettino a doppio loggiato, il punto piu’ alto dello stile romanico emiliano, pare avesse trovato ispirazione un certo Dante Alighieri (stu- dente universitario a Bologna), rimirando i capitelli zoomorfi e antropomorfi (studente universitario a Bologna), per taluni versi dell’Inferno. A latere, il Museo di S. Stefano ospita una raccolta di sculture, opere d’arte e dipinti della scuola bolognese del Trecento e Quattrocento.
CATTEDRALE DI SAN PIETRO
È la Cattedrale della città, elevata al rango di Chiesa Me- tropolitana nel 1582 da Papa Gregorio XIII che conferì alla diocesi di Bologna la dignità arcivescovile. Le sue origini affondano nella notte dei tempi paleocristiani, mentre la costruzione come palazzo vescovile, canonica e battistero, e’ ipotizzabile tra il X-XI secolo. Varie vicissitudini hanno segnato la storia della cattedrale, prima devastata da un incendio nel 1141, poi ricostruita e consacrata per opera di Lucio III nel 1184, poi di nuovo “ferita” dal terremoto del 1222.
L’aspetto attuale, persi i connotati gotici-romani, si deve al rifacimento operato nel 1605 dall’ Ambrosini su progetto del Magenta, con l’imponente facciata decorata in marmo realizzato dal Torreggiani (1747).
All’interno del monumentale vano, a una navata con cap- pelle laterali intercomunicanti, si possono ammirare le otto figure in terracotta della Pietà del Lombardi (1522-27), la Dimora celeste del Fontana (1522), un’Annunciazione del Carracci (1619), e una Crocifissione lignea (XII sec.). Il Museo della cattedrale ospita un tesoro di manufatti sacri, lascito dei Papi bolognesi Gregorio XV e Benedetto XIV.
Si erge ad un’altezza di 70 m, secondo solo alla Torre Asi- nelli, il Campanile, iniziato nel 1184 e concluso nel 1227, con sommità in muratura a cuspide (1426) comprendente una torre circolare piu’ bassa di epoca romanica. In vetta, la cella campanaria ospita la nonna (1594), la piu’ grande campana al mondo azionata a mano (peso 33 q), suo- nata alla bolognese, in modo cadenzato e con rotazione completa: un’arte campanaria sviluppata nei primi anni del Cinquecento e tramandata fino ai giorni nostri..
SAN MICHELE IN BOSCO
San Michele in Bosco
Monumentale complesso monastico comprendente la chiesa e l’antico convento degli Olivetani, S. Michele in Bosco si eleva sulla cima di una delle piu’ ridenti colline di Bologna, e dal suo piazzale (132 m) si può godere una spettacolare vista panoramica sulla città, dalla pianura
padana fino alle prealpi venete. Di origini remote, l’antico cenobio fu riparo di eremiti, fortilizio, oggetto di contesa tra le nobili famiglie bolognesi, prima dell’avvento dei monaci di Monte Oliveto, insediatisi nel 1364, che iniziarono la re- alizzazione nelle forme attuali, ricostruendo la chiesa tra il 1517 e il 1523. In seguito, con la soppressione napoleonica dell’ordine Olivetano nel 1797, il complesso divenne caser- ma, prigione, villa Legatizia, residenza reale ed infine sede dell’Istituto Ortopedico Rizzoli (1880), di cui è ancora parte integrante. Di impronta ferrarese la facciata rinascimentale del Rossetti, col raffinato portale marmoreo ad opera del se- nese Peruzzi (1522). L’interno è a una navata, con presbiterio rialzato, per il coro notturno dei monaci in alto e per i fedeli in basso, con quattro cappelle laterali e la sagrestia, arric- chite da vari dipinti e sculture del 500’ e 600’ (tra gli altri, il Bagnacavallo, Girolamo da Carpi, Innocenzo da Imola). Su progetto del Fiorini (1602-1603), venne realizzato il magnifi- co chiostro ottagonale, detto dei Carracci, perché ornati dai famosi cicli di affreschi in gran parte perduti. Nel lunghissimo corridoio (162 m) adiacente l’ex convento, si ottiene il cosid- detto effetto cannocchiale sulla Torre degli Asinelli: maggiore è la distanza dalla finestra e ancor piu’ ravvicinata apparirn- no ai nostri occhi le torri.
SANTUARIO DELLA MADONNA DI S. LUCA
Santuario della Madonna di San Luca
Si eleva sul Colle della Guardia (291 m slm.), in felice posi- zione panoramica a sud-ovest, punto di riferimento non solo spirituale per i bolognesi di rientro in città, rincuorati alla vista della cupola all’orizzonte. La leggenda del Santuario e’ legata all’icona raffigurante la Madonna col Bambino, dipinta dall’evangelista Luca e donata al pellegrino Teocle, nella basilica di S. Sofia a Bisanzio, affinché la trasferisse sul colle della Guardia, sede di un antico eremo (1160) di pie donne, luogo di venerazione di un’effigie della Vergine. Il Santuario attuale fu progettato dall’architetto Francesco Dotti tra il 1723 e il 1757, in stile barocco, sposando le forme architettoniche alle linee del colle, un’alternanza dinamica e curvilinea in continue sporgenze e rientranze, imperniata sul tiburio ellittico sormontato dalla cupola con lanterna. Al suo interno, a croce greca, si è accolti dalle statue degli evangelisti Luca e Marco (Cametti 1716), oltre ad affreschi di Donato Creti (Apparizione della Vergine), del Guercino (Apparizione di Cristo alla Madonna ) e di Guido Reni (Madonna del Rosario). La lastra d’argento che ricopre il dipinto della Madonna con Bambino, di origi- ne bizantina, è stata realizzata dall’orafo fiammingo Jan Jacobs di Bruxelles(1625). Meta di pellegrinaggio fin dal XII secolo, per raggiungere il colle si rese necessario un
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