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di Filippino Lippi (Sposalizio mistico di S. Caterina, 1501). Lungo la navata sinistra, riluce la cappella del Rosario, con i Quindici misteri del Rosario, realizzati dai maggiori pittori bolognesi, tra cui i vari Carracci, Cesi, Albani e Guido Reni, qui sepolto.
Capolavoro dell’intarsio rinascimentale è il coro ligneo di Fra’ Damiano da Bergamo (1541-49), raffigurante le Storie Bibliche, considerato in età contemporanea come l’ottava meraviglia del mondo. Altre reliquie ed opere sono con- servate nel Museo di S.Domenico, tra cui un busto di S. Domenico in terracotta di Niccolo’ dell’Arca ed il dipinto Mose’ nel Deserto, attribuito al Mastelletta. All’esterno, sul selciato a ciotoli, regna sovrana la tomba dei Glossatori del giurista Rolandino de’ Passeggeri (1305), mentre si erge sulla sommità di una colonna la statua in bronzo del santo.
BASILICA DI S. FRANCESCO
Basilica di San Francesco
Basilica di San Francesco
Edificata in onore di S. Francesco d’Assisi, la basilica ap- partiene all’Ordine dei Frati minori conventuali. Il primo mattone fu posto nel 1236 e i lavori si protrassero fino al 1254 per iniziativa della comunità francescana, in forte cre- scita, grazie all’opera di intermediazione di Bernardino de’ Quintavalle, uno dei primi discepoli di S. Francesco (giun- to a Bologna nel 1222), che ottenne l’appoggio di Papa Gregorio IX. La chiesa emerge per essere in Italia il primo esemplare di gotico neoclassico francese, con l’alta faccia- ta a capanna dalle linee romanico - gotiche e soprattutto, lo straordinario giro di archi rampanti absidali esterni con la raggiera delle cappelle del peribolo. Agli angoli adia- centi svettano i tre suggestivi mausolei risalenti al XIII secolo dei glossatori Accursio e figlio, Odofredo e Rolandino de’ Romanzi. Al centro si trovano incassati i due campanili: il minore realizzato nel 1260 e il maggiore architettato da Antonio di Vincenzo agli esordi del ‘400 (autore inoltre del- la cappella romanica Muzzarelli). L’interno a tre navate è imperniato su pilastri ottagonali con altissime volte divise in sei vele, come la celebre Notre Dame de Paris. All’altare maggiore risalta la grande pala marmorea a bassorilievi
scolpita tra il 1388 e il 1393 dai veneziani Jacobello e Pier Paolo dalle Masegne. Alle pareti si rilevano le presenze di vari sepolcri, tra cui spicca quello di Papa Alessandro V, opera del mantovano Sperandio (1482). La storia della basilica è stata accompagnata da varie peripezie: dopo l’arrivo dei francesi (1796), la chiesa fu spogliata dei suoi beni, sconsacrata, ridotta a dogana e definitivamente ca- duta in rovina. Torno’ ad essere considerata luogo di culto solo nel 1842, ed in seguito, fu restaurata nel ventennio tra il 1886-1906 da Alfonso Rubbiani con opportune modifi- che. Flagellata dagli eventi bellici delle 2° guerra mondiale che distrussero completamente facciata, volta e chiostro, la basilica è stata nuovamente restaurata tra il 1949-50 ad opera della Soprintendenza.
BASILICA DI S. STEFANO
Basilica di Santo Stefano
Si affaccia sull’omonima piazza la basilica di S. Stefano, nota come il complesso delle “Sette Chiese”, tra i piu’ sug- gestivi luoghi di culto di Bologna. Le sue origini, risalenti all’anno 430 d.c., sono piuttosto dibattute ma attribuiscono al vescovo della città, S. Petronio, la volonta’ di ricostruire simbolicamente i luoghi della Passione di Cristo, una San- cta Hyerusalem o Santa Gerusalemme (meta dei suoi re- centi pellegrinaggi religiosi), proprio sulle rovine preesistenti di un tempio pagano dedicato alla dea Iside, (I secolo d.c.), percorso da una fonte d’acqua che nella riproduzione simboleggiava il Giordano. Intitolato al protomartire cristia- no Stefano, l’insieme di chiesette, cappelle e monastero era già strutturato ad inizio Medioevo, poi ricostruito e mo- dificato dopo le violente invasioni degli Ungari di inizio millennio. Rispetto le originali sette chiese, oggi ne restano quattro dopo i vari rifacimenti e i restauri effettuati a cavallo del XIX secolo.
In bella evidenza le facciate esterne delle chiese del Ss.Crocifisso, di origine longobarda con la cripta del 1019 dell’Abate Martino, la basilica del S. Sepolcro, a pianta dodecagona, contenente una riproduzione del Sepolcro di Cristo (sec. XII-XVI) e un tempietto centrale con l’antica tomba di S. Petronio, oltre alla chiesa dei Ss. Vitale e Agri- cola (XI sec.), ad assetto basilicale disadorno, ove si trova- no gli antichi sarcofagi dei due martiri bolognesi (VI sec.), servitore e padrone vittime della persecuzione ai tempi di Diocleziano. All’interno del complesso si trova la chiesa della Trinità, (XIII secolo), che custodisce un Presepe in le- gno dipinto e dorato di Simone dei Crocifissi (XIV sec.). A fianco del portico romanico duecentesco appare il Cortile di Pilato, luogo della condanna di Gesu’, con al centro la
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