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 stretto con la casa bolognese un accordo di fornitura dei motori Pantah per poter creare le proprie moto di grossa cilindrata: col tempo i rapporti si strinsero e nel 1985 i fratelli Claudio e Gianfranco Castiglioni acquistarono la Ducati dalla VM Motori, con l’idea di spostare la produzione delle moto a Varese, per lasciare a Borgo Panigale l’assemblaggio dei moto- ri “Pantah”. L’azienda varesina mantenne il control- lo fino al 1996, anno in cui il Texas Pacific Group acquistò il 51% delle azioni, e questo decennio fu caratterizzato da forti investimenti nelle competizioni, coi successi nelle gare Superbike a trainare le vendite dell’azienda.
ANNI RECENTI
Il Texas Pacific Group acquistò il rimanente 49% della Ducati nel 1998; l’anno successivo l’azienda mutò denominazione in Ducati Motor Holding SpA e il fon- do texano collocò sul mercato oltre il 65% delle azio- ni possedute. Nello stesso anno fu organizzata la prima edizione del World Ducati Week (WDW): la settimana dedicata ai tifosi Ducatisti. In quell’occasio- ne fu inaugurato il nuovo Museo Ducati, che racco- glie i veicoli da competizione dal Cucciolo fino alle moderne Desmosedici. Nel 2006 il marchio Ducati è ritornato in mani italiane con l’acquisto da parte di Investindustrial Holdings, la finanziaria di Andrea Bonomi, di una quota consistente del capitale socia- le. Nel 2007 c’è stato un ritorno all’utile, chiudendo con un giro d’affari di quasi 398 milioni di euro, in aumento del 30,5% rispetto ai 305 milioni dell’anno precedente. I principali azionisti dell’anno sono: In- vest International Holdings Ltd., tramite World Motor S.A; Hospitals of Ontario Pension Plan, tramite World Motors White Sca; BS Investimenti SGR S.p.A, trami- te World Motor Red Sca; Columbia Wanger Asset Management LP; Reach Capital Management LLC; Giorgio Seragnoli, tramite King S.p.A. 2008. Nel 2008 Ducati ha concesso il proprio marchio all’a- zienda italiana Onda Communication per la produ- zione di una linea di periferiche per la connessione internet tramite rete cellulare. In seguito, per ragioni ri- organizzative della catena di controllo dell’azienda, la finanziaria stessa e i suoi soci istituzionali hanno provveduto a un’OPA sulla totalità delle azioni ordi- narie di Ducati non detenute. Al termine delle varie
operazioni finanziarie, comprendenti operazioni di fusione per incorporazione, l’azienda ha cambiato i suoi dati fiscali senza peraltro cambiare la denomi- nazione con cui è conosciuta e il titolo Ducati è stato ritirato dalla quotazione in Borsa alla fine del 2008. Il 18 aprile 2012 viene annunciata l’acquisizione di Ducati Motor Holding SpA da parte della Lamborghi- ni Automobili S.p.A.: il gruppo Investindustrial emette un comunicato stampa che informa di aver raggiunto un accordo per la vendita della propria quota. Inoltre viene anche comunicato che gli investitori Hospitals of Ontario Pension Plan e BS Investimenti, hanno vendu- to anch’essi le loro partecipazioni in Ducati. In attesa di procedimenti burocratici e via libera definitivo, l’o- perazione ha ricevuto l’autorizzazione a procedere da parte dell’antitrust dell’Unione Europea nel giugno 2012. A operazioni ultimate la Ducati entrò quindi a far parte del gruppo automobilistico Volkswagen AG. A seguito della stessa operazione, la casa di elaborazione AMG (del gruppo Mercedes Benz), con cui Ducati aveva sviluppato una collaborazione da cui erano nati un modello esclusivo, la Ducati Dia- vel AMG, e una serie di altri prodotti commerciali, scioglie formalmente l’alleanza per “acquisto della compagnia da parte di un produttore rivale”. Tutti i prodotti con il logo Ducati-AMG escono quindi di produzione.
STORIA DELLA PRODUZIONE
Nel 1954 viene assunto l’ingegnere Fabio Taglioni (1920-2001), che caratterizzerà le motociclette Du- cati per tutta la seconda metà del secolo. Nel 1956 applica per la prima volta la distribuzione desmodro- mica ad un motore motociclistico: la Desmo 125 GP, che manca di poco la conquista dell’oro mondiale. Nel 1963 si cimenta con un prototipo destinato ap- positamente al mercato statunitense di sempre mag- giore importanza per la casa; nasce così la Ducati Apollo 1260, che però resterà un esemplare unico. Negli anni Settanta sviluppa il motore bicilindrico per la 750 GT che diventa uno dei fiori all’occhiel- lo della produzione della Casa di Borgo Panigale. Sempre negli stessi anni uno dei modelli di maggior successo della casa fu lo Scrambler dotato di mo- tori monocilindrici da 125, 250, 350 e 450 cm3. Tra le realizzazioni della casa bolognese è possibile menzionare la 750 SS, introdotta nel 1974, la pri- ma Ducati con motore a L di 90°, equipaggiata dal sistema desmodromico. Nel 1975 esce la 900SS, nel 1977 la Darmah, nel 1980 la Mike Hailwood Replica e nel 1982 la 900 S2. Il ciclo delle “desmo coppie coniche” si chiude nel 1986 con le 1000 (MHR e S2), prodotte in un numero limitato di esem- plari, con la MHR che risulta il modello più venduto di questa famiglia, con 7000 esemplari tra il 1979 e il 1986. La Pantah 500 venne introdotta nel 1979, disegnata sempre da Fabio Taglioni è la prima Duca- ti del nuovo corso con il motore dotato di comando della distribuzione a cinghia, ma ancora a 2 valvole
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