Page 166 - bologna borghi
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  CENTO (FERRARA) www.comune.cento.fe.it
urp@comune.cento.fe.it
    NUMERI UTILI
  Comune
Via Guercino, 62 ........ 051/6843111
IAT Informaturismo
Piazza Guercino, 39 .. 051/6843334
Biblioteca Comunale
Piazzale della Rocca ...051/6843141
Polizia Municipale
Via Farini, 7 .............. 051/6843190
Comune di Cento Informagiovani di Cento Cento Carnevale d’Europa Proloco Cento
     Cento (Zènt in dialetto centese e ferrarese, Zèint in dialetto bolo- gnese settentrionale, Zänt in dialetto bolognese cittadino) si esten- de lungo la riva sinistra del fiume Reno, terra di confine in posizione quasi baricentrica rispetto ai tre capoluoghi di provincia, Bologna – Ferrara - Modena dai quali dista rispettivamente 33 - 35 - 38 km. Centro agricolo e commerciale situato in fertile pianura (35.432 abitanti), si sviluppò in epoca remota su di una fascia di terre semi- paludose e vallive tra il Reno e il Panaro, formando con la limitrofa Pieve fino al 1376 un’unica entità amministrativa. Di origine antichis- sima, contesa per lungo tempo tra Estensi, Ferrara e lo Stato Ponti- ficio, nel 1754 ebbe il titolo di Città da Papa Benedetto XIV. Varie teorie si annidano sul toponimo di Cento: quella più accreditata risale all’epoca romana, da Centum, poiché all’epoca i territori venivano divisi in centurie agrimensorie, oppure, da Cento iugeri, che sarebbe la porzione di territorio assegnato ai coloni all’epoca. Cento è definita per antonomasia La piccola Bologna, per via della stretta somiglianza con il centro storico del capoluogo ed i suoi portici, oltre alla sua vita dinamica, dal punto di vista sociale, culturale ed artistico. Famosa nel mondo per lo storico Carnevale di Cento, gemellato con quello di Rio de Janeiro, la figura-simbolo del Guercino, già autore delle prime tele carnevalesche nel Seicen- to, è l’icona cittadina di maggior prestigio.
ROCCA DI CENTO
L’imponente Rocca è una splendida fortificazione di interesse sto- rico per la città di Cento. Poco distante dalle antiche mura alla fine dell’odierno corso Guercino, fu eretta per volere del vescovo di Bologna che affidò l’incarico nel 1378 all’architetto Antonio di Vincenzo. A metà del Quattrocento, sempre per iniziativa dell’epi- scopato bolognese, venne ristrutturata per conformarla alle nuove soluzioni di difesa militare. Visto che il suo compito era quello di re- sistere ai continui assalti di milizie nemiche, la cura degli ornamenti e degli arredi interni lasciarono spesso “il tempo che trova”. La massiccia costruzione presenta la tradizionale pianta quadrilatera, dotata di quattro torrioni per ogni angolo e di un robusto mastio centrale che porta tuttora le tracce della presenza originaria di un ponte levatoio che poteva salvaguardare la Rocca in caso di estremo pericolo. Un tempo era provvista della tipica merlatura poi sostituita da una copertura protettiva, cosicché potesse essere usato anche lo spazio della terrazza. La Rocca di Cento, cosi come appare oggi, senza fossato e ponti levatoi, è dovuta agli interventi ordinati nel 1483 da Giuliano della Rovere, futuro Papa Giulio II. In seguito, per diversi secoli la Rocca fu utilizzata come
carcere. Nella parte interna, ora integralmente restaurata, è possi- bile ammirare ambienti suggestivi come la cappella, la sala della trifora, le cannoniere e le prigioni.
COLLEGIATA DI S. BIAGIO
Sorta probabilmente prima del 1000 come semplice oratorio, è il luogo di culto più antico di Cento e fu più volte sottoposta ad ampliamenti e ristrutturazioni. Il semplice e funzionale aspetto at- tuale venne conferito nel corso del XVIII secolo, quando l’architetto bolognese A. Torreggiani fu incaricato di ricostruire totalmente la chiesa tra il 1832-1845, con la facciata rimasta comunque incom- piuta. L’interno a tre navate, transetto ed ampia abside, è stato realizzato in sobrio stile barocco rivelando ancora gli influssi rina- scimentali, mentre gli stucchi e le decorazioni marmoree creano un suggestivo effetto scenografico. Nelle cappelle laterali sono con- servate interessanti opere d’arte, tra cui un San Carlo Borromeo in preghiera del Guercino.
EX GHETTO EBRAICO
L’ex ghetto è compreso fra le attuali vie Provenzali e Malagodi. Si accede alla corte interna da un profondo androne su via Provenza- li, di fronte all’omonima casa. A Cento era presente un’attivissima comunità israelitica già dall’inizio del Trecento che diede vita ad una fiorente attività commerciale legata soprattutto alla canapa ed ai suoi derivati. Le case del Ghetto, caratterizzate da balconcini in ferro battuto di tradizione spagnola, furono abitate a partire dal 1636. L’unico edificio monumentale degno di nota è l’elegante ne- oclassico Palazzo Modena, poi Carpi (1820). La sinagoga purtrop- po è stata distrutta, ma se ne conservano i resti in quella di Ferrara, tra i quali un bellissimo Aròn barocco in marmo policromo. Fuori dal centro abitato si trova il cimitero, istituito nel 1689, cinto da un alto muro e preceduto da un grande campo e da un viale di cipressi. IL GUERCINO
Nato a Cento nel 1591, Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino a causa di un occhio guercio, è uno dei massimi espo- nenti della grande stagione del Seicento emiliano. Fondamentale per la sua formazione è l’incontro con Ludovico Carracci, che lo inserisce nell’ambiente culturale bolognese. Il Guercino sviluppa con l’andar del tempo uno stile personale, coerente coi dettami dell’estetica barocca senza mai rinunciare a quelle istanze di veri- tà proprie della lezione carraccesca. La sua arte richiama presto le attenzioni delle più importanti committenze reali ed ecclesiastiche. Nel 1621 è a Roma dove realizza gli affreschi del Casino Ludovisi
164 Bologna Sagre e Borghi
  Giardino dei Giganti
 FUORI PROVINCIA











































































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