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MUSEO DELLA PREISTORIA
   Abbazia di Santa Cecilia della Croara
attesta l’esistenza è datato 14 novembre 1095.
Tra le opere d’arte custodite spiccano una Via Crucis in cot- to policromo del ‘600, due quadri del Mastelletta (una San- ta Cecilia sull’altare maggiore e un San Girolamo), oltre un dipinto della scuola di Guido Reni raffigurante Sant’Antonio da Padova e una bella pala con Gesù bambino e un ange- lo, attribuito ad Annibale Carracci. In sacrestia si conserva un’interessante statua in cotto del ‘400 dedicata a Santa Cecilia. Durante il periodo estivo il chiostro dell’abbazia è teatro di eventi culturali e di concerti di musica classica.
VILLA CICOGNA
Villa Cicogna è una sontuosa villa del Cinquecento, situa- ta in fondo a un lungo viale di tigli lungo la storica Via Emilia. Fu realizzata per volontà di Giacomo dei Principi Boncompagni, figlio di Ugo Boncompagni, divenuto papa nel 1572 con il nome di Gregorio XIII. Il disegno della villa è uno degli ultimi lavori attribuiti ufficiosamente al celebre Vignola, che fu interrotto a metà a causa dell’improvvisa morte sopraggiunta nel 1573, e che prevedeva un secondo piano mai realizzato.
Nel Settecento la proprietà della villa passò ai Principi Co- lonna e Pepoli, mentre nel 1743 Sicinio Pepoli commissionò la decorazione delle sale interne al paesaggista Carlo Lodi e al figurista Antonio Rossi che, in collaborazione con altri artisti, realizzarono quaranta splendidi affreschi aventi per tema la storia biblica, il mito e le vicende belliche dell’Eu- ropa settecentesca.
CASTEL DE’ BRITTI
Il borgo natio di Alberto Tomba sorge su di uno sperone gessoso, sulla destra del fiume Idice. Il nucleo antico di Castel de’ Britti è rappresentato dai ruderi dell’antico castel- lo appartenuto a Matilde di Canossa, di cui rimane solo l’arco d’entrata posto sul piazzale antistante la chiesa. A poca distanza appare la massiccia e neo-medievale Villa Malvezzi. Lungo Via Idice al civico 30 è situata Villa L’Ab- badia, complesso abitativo conosciuto anche come Palaz- zo Montalto. Un tempo nota come Abbazia di S. Michele, Villa l’Abbadia fu dei monaci camaldolesi fino al 1090 poi dei frati gaudenti di dantesca memoria dal 1262 al 1586, quindi del Collegio Montalto; in seguito alla soppressione degli ordini religiosi messa in atto da Napoleone, passò alla famiglia di Carlo Berti Pichat che all’inizio del XIX se- colo la trasformò in villa aggiungendo la massiccia torre dell’orologio. Attualmente è una residenza privata, appar- tenente alla famiglia Barberi Pandolfini.
Il museo illustra la storia più antica del territorio bologne- se orientale attraverso innovativi criteri espositivi. Dedica- to alla memoria dello speleologo bolognese Luigi Donini, si caratterizza per una distribuzione su due piani in isole espositive dedicate ad alcune grandi tematiche della storia dell’uomo e dell’ambiente narrate attraverso ricostruzioni fino ad oggi uniche nel panorama museografico italiano per quantità e grado di verosimiglianza fisionomico-ana- tomica. Nella Sala dell’Ambiente le ricostruzioni sono a grandezza naturale e riguardano i resti fossili dei numerosi vertebrati dell’Ultimo Glaciale, tra cui spiccano il grande Bisonte delle steppe, il Megacero, la Lepre variabile, così come la ricostruzione di una piccola cavità carsica gesso- sa ricca di stalattiti e percorribile per alcuni metri. La Sala dell’Uomo cura una serie di ricostruzioni di scene di vita preistorica a grandezza naturale, illustrando il cammino evolutivo dell’uomo, dai suoi antenati vissuti in Africa cin- que milioni di anni fa agli ultimi rappresentanti della specie umana giunti in Europa dall’Africa circa quarantamila anni fa: un cammino a ritroso nel tempo attraverso le diverse fasi del popolamento umano del territorio dal Paleolitico al Mesolitico fino al Neolitico .
La Sala del Ferro prende in esame il rifacimento di una tipi- ca capanna dell’Età del Ferro, proiettando il visitatore nella quotidianità della civiltà villanoviana, una delle principali culture europee del periodo protostorico diffusasi sul terri- torio a partire dal IX secolo a. C. La sala espone inoltre un gruppo di tombe munite di corredi rinvenute in una necro- poli nei pressi di San Lazzaro di Savena, a testimonianza di uno dei tratti distintivi della civiltà villanoviana: il rito fu- nebre della cremazione e l’uso di ossuari biconici, ossia contenitori per le ceneri muniti di scodella di copertura. All’esterno del percorso museale è situato il PreistoPark che propone una galleria dei grandi protagonisti estinti dell’ulti- mo periodo Glaciale, alla scoperta di meravigliosi habitat scomparsi e sorprendenti mutamenti climatici.
PARCO REGIONALE DEI GESSI BOLOGNESI E CALANCHI DELL’ABBADESSA
Si estende su una superficie di 4816 ettari e riveste no- tevole naturalistico. La presenza del minerale di gesso si accompagna alla presenza di forme carsiche superficiali e sotterranee: grotte, tra cui quelle celebri del Farneto e della Spipola, doline, inghiottitoi (buche nel terreno), erosio- ni a candela e valli cieche. Questo spettacolare labirinto, dove sembra di camminare sulla Luna, è un paradiso per
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