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MORDANO www.mordano.provincia.bologna.it
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NUMERI UTILI
Comune
Via Bacchilega, 6 ........ 0542/56911
Biblioteca Comunale
Via Borgo Generale Vitali, 12....0542/52510
Polizia Municipale
Via Bacchilega, 6 ....... 0542/56932
Comune di Mordano
Mordano-Bubano,
Un Comune, Una Comunita’
Torri Gemelle
Mordano è il comune più orientale della cintura metropoli- tana, situato presso la riva sinistra del Santerno e confinante con la provincia ravennate. Immerso nella pianura a nord- est di Imola, aderisce al Nuovo Circondario Imolese, e di fatto usi, costumi e cadenza linguistica sono marcatamente romagnoli. I nuclei principali di Mordano (3.400 abitanti) e Bubano (1.300 abitanti) sono inoltre collegate da una pista ciclabile. Il suo nome deriva da Moretum, luogo per la coltivazione dei gelsi. Le origini del paese risalgono al periodo Villanoviano, ma è solo in seguito alla bonifica della pianura padana attuata dai Romani ( II sec. a. C) che il territorio assume valenza storica, definito da una cen- turiazione di 42 maglie centuriali, di cui l’ottanta per cento e’ rimasta integra, snodo del tessuto viario e di scolo delle acque. Assoggettato nel 1152 dai bolognesi, fu feudo dei Della Bordella, conti di Mordano per nomina papale e fu oggetto nei secoli seguenti di aspre contese con la vicina Imola, passando per i Manfredi di Faenza, Caterina Sforza e Cesare Borgia, entrando a buon diritto nel primo Cin- quecento sotto lo Stato della Chiesa. Cittadino illustre di Bubano è lo scrittore-giallista Carlo Lucarelli, numero uno del noir italiano.
TORRI DI MORDANO
Due torri gemelle fanno ala all’ingresso dell’antico nucleo fortificato di Mordano. Le torri furono innalzate tra gli anni 1831-1833 su progetto dell’ingegnere Giovanni Brusi, con l’intento di riecheggiare le torri dell’Arsenale di Venezia. Come era di moda in quell’epoca, la costruzione, che so- stituì l’antica porta d’accesso, presenta forti richiami medie- valeggianti ed è ricca di merli.
TEATRO COMUNALE
Il piccolo Teatro Comunale di Mordano nacque verso fine Ottocento, posto al primo piano di un vecchio edificio adiacente all’ex residenza municipale, utilizzato in parte come sede di una scuola femminile o affittato a società di
ballo durante il Carnevale. In seguito, un documento risa- lente al 1893 attesta l’esistenza di una compagnia di attori filodrammatici mordanesi, che probabilmente avevano in gestione l’uso esclusivo del teatro. La sala ha mantenuto in gran parte l’aspetto originale, caratterizzato dalla balcona- ta in legno con la ringhiera in ferro battuto, mentre il palco- scenico ravvicinato e il semplice boccascena, incorniciati dalle quinte in tessuto nero e dalle classiche poltroncine rosse, rendono l’atmosfera intima e accogliente. Sottoposto ad un’accurata opera di ripristino nei primi anni Ottanta, l’inaugurazione del nuovo teatro stabile è avvenuta il 16 marzo 1985 con lo spettacolo Gran Suppli con l’attore - regista Franco Mescolini. Da allora il cartellone registra una continua attività di spettacoli di prosa, teatro dialettale, concerti e serate danzanti.
CHIESA DI S. EUSTACHIO
La chiesa parrocchiale, dedicata a Sant’Eustacchio, risale al XIV secolo, ma venne rifatta alla fine del Settecento, men- tre il campanile è della metà del ‘600. Distrutta dagli eventi bellici dell’ultimo secolo, la chiesa è stata ricostruita a tre navate. Sull’altare maggiore spicca un affresco con la Ma- donna ed il Bambino, (XVI secolo), mentre a lato della cap- pella maggiore è degno di nota un piccolo tabernacolo in marmo, col Cristo morto (XV secolo). Fra le altre opere ricor- diamo un quadro coi Santi Eustacchio, Sebastiano e Rocco, opera dello Zampa; tre statue scolpite dai fratelli Graziani di Faenza e un San Giuseppe ligneo del Perathoner. Nel battistero si può vedere uno stemma di Mordano con il drago e la freccia, datato all’anno 1567: prima di allora, infatti, nello stemma campeggiava un gelso, a sottolineare la derivazione del toponimo Moretanum (moro, gelso).
IL TORRIONE DI BUBANO
La prima rocchetta di Bubano, risalente alla fine del 1200, fu presa ripetutamente d’assalto e divenne inaccessibile già due secoli dopo. Nel 1493 Caterina Sforza fece ricostruire
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