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CHIESA DI MONTE SAN GIOVANNI
FIERE ED EVENTI
GIUGNO
Convegno delle Erbe (1° domenica di giugno)
LUGLIO
Nuova Fiera Storica di Calderino (6 – 7 luglio)
Mercatino delle Erbe e dell’artigianato (tutti i giovedì di luglio - agosto)
Festa di San Cristoforo (Chiesa Parrocchiale 28 luglio) Festa del Tartufo nero d’Estate (28 luglio)
AGOSTO
Calici di stelle (Notte di S. Lorenzo 10 agosto)
SETTEMBRE
51° Sagra del Vino dei Colli Bolognesi (Calderino 1 settembre )
Festa della Madonna del Castello (S. Lorenzo in Collina 2° weekend)
OTTOBRE
Sagra della Caldarrosta (Montepastore _3° domenica di ottobre)
Giorno di mercato: GIOVEDI’
Nella chiesa dedicata a S. Giovanni Battista, è conservato ed è tuttora funzionante uno dei più antichi ed importanti organi dell’intero patrimonio organario bolognese. Attri- buito ad un membro della famiglia Cipri (sec. XVI-XVII), fu ampliato da un membro della famiglia Traeri (sec. XVII-XVIII) e da un anonimo di scuola bolognese (sec. XIX); infine fu restaurato da Paolo Tollari di Mirandola nel 1991. È collo- cato in cantoria sopra la porta di ingresso.
VILLA LAMBERTINI
Sulla costa discendente dal Monte Bonzara, nella frazione di San Chierlo, si affaccia la massiccia mole di Villa Lam- bertini , imponente edificio coronato da una torretta del XVI secolo. Più che di palazzo si potrebbe parlare di piccola fortezza per il peso e la forza della struttura a pianta qua- drata, dotata di grossi bastioni murari agli spigoli del lato a valle. Non ha particolari pregi architettonici, se non la mole ed una certa sensazione di calore familiare, anche per un grazioso e gradevole portichetto che si espande su di un lato. Davanti alla villa si apre un ampio prato che si conclu- de con una piccola collinetta circondata da una corona di pini marittimi che ne fanno una sorta di palcoscenico natu- rale. Nel 1963 Angelo Lambertini decise di acquistare una proprietà di 100 ettari per la coltivazione vitivinicola, ini- ziando così il processo di valorizzazione del territorio. Gli spazi di Villa Lambertini ospitano la Tenuta Bonzara, ideale location per matrimoni, che da oltre cinquant’anni produce uno spaccato dei prelibati Vini dei Colli Bolognesi, con una varietà di 10 etichette, tra cui eccelle il rinomatissimo Bonzarone Cabernet-Sauvignon DOC.
BADIA
Lungo Via del Lavino, giunti al bivio per Mongiorgio, sorge l’ex complesso monastico della Badia, l’antichissimo San Fabiano del Lavino, presente nei vari documenti risalenti al periodo 1100-1200. La località deve forse la sua nascita alla coincidenza di trovarsi quasi esattamente a metà del percorso altomedievale che dall’Abbazia di Nonantola raggiungeva Santa Lucia di Roffeno, e proseguiva poi per la Toscana e lungo la Via Nonantolana per raggiungere Roma.
Il complesso sorge in corrispondenza di un antico punto di pernottamento per i pellegrini diretti alla Città Eterna e costituisce un tappa obbligata del percorso delle Abba- zie Benedettine del Bolognese. Si tratta di un nucleo di edifici, alcuni di destinazione civile (torre) e altri di origine chiaramente religiosa (chiesa, monastero e chiostro), con un’impronta architettonica prevalentemente romanica. Le tecniche costruttive e soprattutto il riutilizzo, tipicamente me- dievale, di materiali ornamentali di epoca tardoantica, fan-
no risalire le origini dalla chiesa al XII-XIII secolo, ristrutturata nel Quattrocento e composta da tre navate a cripta e di un suggestivo chiostro. All’interno si evidenziano i resti di un affresco cinquecentesco nell’abside e la Madonna tra Santi dipinta nella lunetta sopra la porta principale del 1500. L’Amministrazione Comunale ha deciso di collocare all’in- terno della chiesa Il Museo della Badia del Lavino, punto di partenza per la conoscenza della chiesa e delle principali caratteristiche del territorio. Lungo le pareti le vetrine custo- discono attrezzi di lavoro legati alle produzioni agricole tipiche del territorio collinare, donati in gran parte dall’As- sociazione della Pruvena.
CALANCHI
Tra le località di Venezia a Monte San Giovanni e Pradal- bino, ai confini con il comune di Crespellano, si estende un paesaggio suggestivo dai contorni lunari: i calanchi, fenomeno geomorfologico delle argille, tipicamente diffusi nell’Appennino emiliano-romagnolo, che la lingua italiana ha inserito nel vocabolario corrente mutuando il bolognese calanco. I calanchi sono il prodotto dei processi di ero- sione di rilievi argillosi, determinati dall’azione parallela di pioggia e vento, favoriti dall’alternanza fra periodi piovosi e periodi di siccità. I terreni argillosi disegnano un ambien- te estremo, dove archi e creste variamente conformati si alternano a fessure anche profonde; la vegetazione preva- lente è costituita da specie erbacee, a fioritura primaverile o autunnale. Le aree di calanco, aperte e ricche di correnti ascensionali sono un luogo ottimale per il volo e la perlu- strazione di caccia di numerosi rapaci, come la poiana, facile da osservare in volo nelle ore più calde, o l’albanella.
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