Page 100 - bologna borghi
P. 100
zione tra il 1769 e 1781. L’impianto a croce latina disegna- to dal Morelli è caratterizzato da tre navate suddivise da grandi pilastri, secondo un’idea architettonica di chiarezza neoclassica. Il presbiterio rialzato rispetto alla navata prin- cipale è il punto focale dell’abside: due scale laterali ne consentono l’accesso, mentre una terza scala centrale por- ta alla cripta dove si trovano le urne in marmo dei protettori della città: Cassiano, Pier Grisologo, Proietto e Maurelio. Pregevoli il fonte Battesimale e il crocifisso ligneo, risalenti al ‘500 e il coro ligneo settecentesco. La nuova cattedrale venne consacrata da Pio VI nel 1782, mentre la facciata è stata rifatta nel 1850 per volontà di Pio IX, già vescovo di Imola tra il 1831 e il 1846. È ancora visibile la lapide fu- neraria di Girolamo Riario, che la vedova Caterina Sforza fece seppellire nella Cattedrale, ucciso a Forlì nel 1488 in seguito a una congiura.
EX CONVENTO DI SAN DOMENICO
La chiesa dei Santi Nicolò e Domenico è parte del com- plesso conventuale omonimo, ora Museo di San Domenico e si affaccia con l’abside sui giardini pubblici Rambaldi, uno degli angoli più suggestivi della città. La storia dell’edi- ficio è legata a quella dell’ordine dei Domenicani, che nel 1280 diedero inizio alla costruzione della chiesa e succes- sivamente dell’attiguo convento. La chiesa gotica, compiuta nel 1374, rimase inalterata fino ai grandi lavori del ‘600 e del ‘700 che portarono nell’interno alla sostituzione di qua- si tutti gli elementi architettonici gotici. All’esterno campeg- giano il bellissimo portale di Iacopo da Cereto del 1340 e lo splendido rosone della facciata, testimoni dell’antico splendore. All’interno, nell’abside, la pala Il martirio di S. Orsola di Ludovico Carracci (1600). Il coro ligneo è della seconda metà del Cinquecento, mentre una porta a destra del presbiterio porta ad una cappelletta ogivale apparte- nente alla costruzione primitiva, recando alle pareti interes- santi affreschi gotici del Trecento.
MUSEO DI SAN DOMENICO
L’ex convento di San Domenico, di origine trecentesca, ospi- ta al secondo piano le Collezioni d’Arte della Città, ossia la Pinacoteca Civica e il Museo Archeologico Giuseppe Scarabelli, aperte al pubblico nel 2011. Il nuovo percorso museale, ideato per nuclei tematici e cronologici, espone una collezione civica di circa 600 pezzi tra dipinti, scultu- re, ceramiche, disegni, monete e medaglie: un patrimonio iconografico dal Medioevo al periodo contemporaneo della città di Imola, mettendo in luce luoghi, avvenimenti, gusti e stili di vita. Si tratta di opere differenti per epoca, qualità e rarità: dai dipinti di Innocenzo da Imola, Lavinia Fontana, Bartolomeo Cesi, Ubaldo Gandolfi e Domenico Maria Viani, ai contemporanei Morandi, De Pisis, Casorati, fino agli imolesi Sartelli, Raccagni, Bertozzi e Casoni; dalle ceramiche arcaiche a un gruppo di preziosi boccali rinasci- mentali; dalle manifatture ceramiche locali dal Seicento al Novecento a un nucleo selezionato di disegni dei grandi della scuola bolognese quali i Carracci, il Domenichino, il Guercino, il Creti, fino a una preziosa selezione di monete e medaglie risalenti all’epoca greca raccolte da importanti collezionisti imolesi.
EX CONVENTO DI SAN FRANCESCO
Eretto tra il 1360 e il 1380 dall’ordine Francescano, rical- cando l’antica Basilica di Assisi, è composto da una chiesa superiore e una inferiore a navata unica, più un grande chiostro conventuale adiacente.
La chiesa inferiore, riaperta al pubblico come sala per 98 Bologna Sagre e Borghi
mostre e convegni, era probabilmente ricca di affreschi: i lavori di restauro hanno al momento recuperato alcune immagini suggestive soprattutto nella zona absidale fra cui spicca una Madonna del Soccorso, una figura del Cristo e dei Santi. La grande chiesa superiore, la cui abside poligo- nale è ben visibile all’esterno dalla Via Emilia, fu soppressa durante il dominio napoleonico e trasformata in teatro nel 1812 su disegno dell’architetto Giuseppe Magistretti.
Il convento invece fu adibito a biblioteca pubblica, poten- do contare già sulla preziosa collezione dell’antica biblio- teca conventuale. L’edificio fu sottoposto a graduale opera di restauro sotto la regia dell’architetto Cosimo Morelli, im- preziosito dallo scenografico scalone d’accesso al piano superiore e dall’affascinante Aula Magna affrescata da Alessandro Della Nave e Antonio Villa.
L’ex complesso conventuale è sede sia della Biblioteca che del Teatro Comunale Ebe Stignani, illustre imolese e ultima grande mezzosoprano italiana.
SANTUARIO MADONNA DEL PIRATELLO
La leggenda narra che il 27 marzo del 1483 l’effige della Madonna con Bambino, posta su di un pilastrino in muratu- ra, apparve per miracolo ad un pio pellegrino, tale Stefa- no Mangelli di Cremona (incamminatosi sul percorso della strada regale), che tradusse la sua volontà di far erigere, proprio in quel punto, la realizzazione del Santuario, (per mezzo dell’opera dei Signori di Imola), permettendo ai frati Francescani di prendersi cura della sacra immagine.
La costruzione della chiesa iniziò nel 1491 e nel tempo fu ampliata più volte per contenere il gran numero di pellegrini che venivano a venerare l’immagine. L’edificio, di chiaro stile rinascimentale, è di pianta rettangolare, un portichetto antecedente l’entrata e un imponente campanile cinquecen- tesco alto 35 metri. All’interno, sopra l’altare, si trova la famosa immagine della Vergine, che viene portata in so- lenne processione dal Santuario al Duomo di Imola, e poi nelle varie chiese cittadine, durante la settimana di maggio della venerazione. Nell’ala ovest del convento adiacente la chiesa, è stato recentemente aperto il Museo di arte sacra.
AUTODROMO “ENZO E DINO FERRARI”
Tra le dolci pendenze delle colline imolesi scorre il tracciato dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, una lingua d’asfalto che per fama e storia è divenuta leggendaria per gli appassionati delle competizioni motoristiche di tutto il mondo, punto di diamante della Motor Valley dell’Emilia Romagna.
Corre l’anno 1950 quando quattro amici imolesi appas- sionati di corse automobilistiche (Alfredo Campagnoli, Graziano Golinelli, Ugo Montevecchi e Gualtiero Vighi ) realizzano finalmente il sogno di costruire un circuito stabile nelle immediate vicinanze della città di Imola. L’area pre- scelta si estende tra la sponda destra del fiume Santerno , il Parco delle Acque Minerali e le prime colline, sollevando l’entusiasmo delle case automobilistiche locali, la Ferrari e la Maserati tra tutti. Posta la prima pietra del cantiere il 22 marzo 1950, il circuito venne inaugurato nell’ottobre 1952, con l’esordio della Ferrari 340 sport, prima vettura ad aver avuto l’onore del primo giro di pista, lanciata da Enzo Ferrari. La Formula 1 compare per la prima volta nel 1963, con la vittoria di Jim Clark su Lotus, gara non ufficiale e ricordata per l’assenza della Ferrari, mentre il circuito, munito della tribuna centrale coperta, diventa autodromo uf- ficiale nel 1965, intitolato allo scomparso figlio del Drake, Dino Ferrari. Il Mondiale di Formula 1fa il suo ingresso il 14 settembre del 1980, prima con il nome GP d’Italia, poi un