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luogo di un preesistente edificio di culto.
Dotato di un proprio cimitero e della facoltà di amministrare i sacramenti, in particolare l’unzione degli infermi, ebbe un ruolo di primo piano nella vita religiosa, politica e sociale della città. Dalla fondazione al 1796 è stata un’abbazia, prima benedettina, poi olivetana.
Rimaneggiata nel corso dei secoli, la chiesa rimane co- munque uno dei luoghi storici più interessanti della città. Tra gli elementi più antichi si segnalano l’altare bizantino, il sarcofago in marmo bianco di San Sigismondo del 1372 (nella seconda cappella a sinistra) e la torre campanaria ro- manica, risalente alla fine del XII secolo. La facciata in late- rizio e l’interno ad aula quadrata sono frutto del rifacimento settecentesco ad opera dell’architetto Cosimo Morelli, che ne ricavò uno splendido esempio di stile neoclassico.
La volta a cassettoni è un’illusione pittorica, opera di Ales- sandro Dalla Nave e Antonio Villa.
Adiacente alla chiesa è situato il chiostro monumentale, adibito nell’Ottocento a caserma, e tutt’ora sede dei ca- rabinieri.
PALAZZO SERSANTI
A pochi passi dalla bella piazzetta dell’Orologio, ubica- to di fronte al Municipio sul lato est della grande piazza Matteotti, si affaccia Palazzo Sersanti, edificio di origine rinascimentale realizzato da Giorgio Fiorentino per conto di Girolamo Riario tra il 1480 e il 1484, con l’intento di stabi- lirvi la residenza signorile. L’elegantissima facciata in cotto a vista e’ movimentata da quattordici archi con colonne di arenaria grigia ornate da bei capitelli. Le finestre del piano nobile e gli archi del portico sono incorniciati con splendidi motivi in cotto, così come il ricchissimo cornicione. Dopo la fine della Signoria, il palazzo modificò la sua destinazione d’uso e gli ambienti del pianterreno furono occupati dalle botteghe dei garzolari, che vi conservavano i bachi da seta. Verso la fine del Settecento, la proprietà fu acquisita dalla famiglia Sersanti di cui conserva tuttora la denomina- zione. Il grande salone interno, con un bel soffitto a cas- settoni, è utilizzato per convegni e concerti. L’edificio è di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola e sede del Circolo Cittadino Sersanti, ubicato al primo piano.
PALAZZO TOZZONI
In stile tardo-barocco, fu edificato su tre piani tra il 1726 e il 1738 dal ticinese Domenico Trifogli, sul progetto del bolognese Torreggiani. Accolti dal suggestivo scalone di entree adornato dalle sontuose sculture di Francesco Jans- sens, il palazzo rappresenta un caso più unico che raro di residenza nobiliare, ottimamente conservata sia nella consistenza architettonica che nella varietà di arredi e sup- pellettili. Lascito dell’ultima erede, Sofia Serristori Tozzoni, al Comune nel 1978, è divenuto Museo civico dal 1981 per offrire una testimonianza integra e preziosa della vita di una famiglia aristocratica in una città di provincia. Lo stabile di via Garibaldi 18 offre un ricco percorso espo- sitivo articolato in numerosi vani come il salotto rosso che include un’importante quadreria con circa 170 dipinti di scuola bolognese, (oltre ai ritratti dei Tozzoni), la camera dell’alcova in stile rococò e il salotto del Papa, in onore a Papa Benedetto IV. Il percorso di visita spazia inoltre al piano nobile dagli appartamenti Impero agli appartamen- ti Barocchetto alla francese, fino agli appartamento della Veranda. Altri spazi di un certo rilievo sono la biblioteca, la sala delle collezioni, la cappella e gli spazi esterni con le cantine, i cortili, i pozzi e la vasca. L’archivio privato, gli oggetti d’arte applicata, gli arredi, i ricordi di famiglia ed
una vasta raccolta di materiali etnografici consentono di apprezzare, in un contesto quasi surreale, il rapporto tra gli ambienti e i corredi, tra le strutture e le decorazioni, in un viaggio museale che ripercorre ben cinque secoli di vita pubblica e privata della nobile famiglia di origine lucchese.
COMPLESSO DELL’OSSERVANZA
Sorto in un’area dove esisteva una piccola chiesa e un lazzaretto che ospitava gli appestati, dal 1890 l’area di 140.000 mq, comprendente il terreno della colonia agrico- la e il bel parco adiacente, ospitava l’Ospedale psichiatri- co provinciale, uno dei manicomi più grandi d’Italia. All’in- terno del complesso si trovano la Chiesa di San Michele ed il Convento dell’Osservanza. La chiesa comprende il Santuario della Beata Vergine delle Grazie di cui si venera una distinta immagine attribuita a Guidaccio da Imola che si trova sull’altare. Il Santuario prende inoltre il nome dai frati minori Osservanti, stabilitisi ad Imola nel XV secolo. La chiesa fu terminata nel 1472 e pochi anni più tardi furono aggiunti i due chiostri e le cappelle, originariamente divise da muriccioli demoliti nel 1940 per ottenere un’unica nava- ta laterale. La facciata è molto semplice mentre il portico mostra gli archi a tutto sesto decorati con teste di serafini. Sotto al portico sono stati collocati tre monumenti funerari di cui il più interessante è quello di Bianca Landriani, sorella di Caterina Sforza. Nel giardinetto adiacente, una piccola cappella custodisce il gruppo scultoreo dei Piagnoni, 7 sta- tue in terracotta a grandezza naturale di fine ‘400. Alla de- stra della chiesa si apre il primo chiostro risalente al 1487, di linee armoniose e colonne sottili e alte, mentre il secondo chiostro è invece interdetto alla visita perché utilizzato dai frati minori Francescani oggi custodi del complesso.
FARMACIA DELL’OSPEDALE
L’edificio sorge sulla Via Emilia, nella zona anticamente più popolata della città, per volontà dell’Ospedale di dotarsi di una farmacia, all’interno degli spazi delle vecchie botteghe degli speziali Maccolini. Inaugurato nel 1794, il palazzo è rimasto in gran parte intatto nelle suppellettili e nelle deco- razioni, restituendo al visitatore l’immagine affascinante di una farmacia settecentesca, con eccezione della facciata rifatta nel 1928. Notevolissimi i 457 vasi d’epoca in ma- iolica, di fabbrica imolese, recanti nel cartiglio il nome del medicamento, disposti nei mobili di legno intagliato opera dell’ebanista imolese Giuseppe Magistretti.
La volta decorata è opera dei pittori locali Angelo Gotta- relli e Alessandro della Nave, noti anche per aver dato un grande contributo nella decorazione dei palazzi cittadini più signorili nella seconda metà del Settecento. Gli affre- schi celebrano le virtù della Medicina e la forza rigenerante della Natura. Le zone superiori delle pareti di fondo sono ornate da sei statue in terracotta dipinte a tempera, ad ope- ra della bottega Ballanti Graziani di Faenza. La farmacia è tutt’ora operante e visitabile negli orari di apertura.
CATTEDRALE DI SAN CASSIANO
In Piazza Duomo sorge la cattedrale dedicata a San Cas- siano, primo martire cristiano della città.
Le forme attuali della cattedrale sono frutto del disegno morelliano del 1775, ma l’edificio sacro vanta una lunga storia: costruito la prima volta a partire dal 1181, venne consacrato il 24 ottobre 1271, con la deposizione nella cripta delle spoglie di San Cassiano, patrono della città. Al 1457 risale l’avvio della costruzione del campanile, men- tre, a causa di gravi problemi di staticità, il cardinale Bandi decretò l’abbattimento della chiesa e la successiva ricostru-
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