Page 9 - bologna borghi
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 Polo attrattivo per gli escursionisti, gli amanti della montagna e della neve, il Parco del Corno alle Scale, comprensorio sciistico a 1945 m s.l.m in Lizzano in Belvedere, (la vetta piu’ alta dell’appennino tosco-emiliano, tra il versante ap- penninico modenese e quello pistoiese). Dalla storica ss 65 della Futa si dipana invece l’itinerario delle Valli bolognesi tra Idice, Savena e Setta, affluenti del Reno che attraversano le vallate tra l’Emilia e la Toscana.
L’Idice e’ il maggiore di questi corsi coi suoi 77 km e bagna di seguito la Val di Zena e le Valli di Campotto per confluire nuovamente nel Reno, mentre il Savena (54 km) che giunge fino ai piedi del Lago di Castel dell’Alpi, bagna il Parco regionale dei Gessi Bolognesi e i Calanchi dell’Abbadessa prima di sfociare in pianura. Il Setta (40 km), di carattere torrentizio, nasce in Toscana e con l’affluente Brasimone da’ luogo nel comune di Castiglione dei Pepoli al Lago di Santa Maria che forma con i bacini di Suviana e del Brasimone al Parco Regionale dei Laghi. Con altezze attorno ai 1200 m, le Valli bolognesi offrono scenari naturali selvaggi e incontaminati, ideali per percorsi a piedi, a cavallo e in mountain-bike. Tra Loiano e Monterenzio, tracce degli insediamenti di celti ed etruschi hanno dato alla luce al Museo Archeologico “Fantini” di Monterenzio e al villaggio etrusco-celtico di Monte Bibele. La presenza di antichi mulini ad acqua tra l’Idice e il Savena, crocevia di passaggio dei pellegrini tra l’Emilia e la Toscana, ha dato luogo alla Via del Pane dell’Appennino bolognese, percor- so finalizzato alla valorizzazione dei prodotti tipici del territorio tra i comuni di Loiano, Monzuno e Monghidoro, zone rinomate per la ricerca e la raccolta di castagne, funghi e tartufi. Le valli imolesi sono dominate dalle acque del fiume Santerno (103 km), che dal passo della Futa arriva fino al ravennate per sfo- ciare nel Reno. Nei pressi di Castel del Rio, da ammirare le suggestive cascate di Moraduccio cosi come vicino a Borgo Tossignano si incontra la zona della Vena, Parco naturale della Vena del Gesso che si estende per circa 25 km tra le province di Bologna e Ravenna, caratterizzato da calanchi e dalla deposizione di cristalli di gesso, le cui origini risalgono all’era messiniana, circa sette milioni di anni fa. Il Sillaro e il Sellustra sono due tra i principali affluenti del Santerno che danno il nome alle rispettive valli. La valle del Sillaro fa parte del territorio che da Castel S.Pietro giunge fino a Sassoleone, e nell’immaginario collettivo simboleggia lo spartiacque tra l’Emilia e la Romagna, caratterizzata da una vegetazione cespugliosa che ruba l’occhio donandole un fascino lunare. Tra la valle del Santerno e quella del Sillaro si staglia la Val Sellustra, che dal centro di Dozza Imolese, capitale del muro dipinto, si stende lungo la fondovalle incon- trando i resti dell’antico castello di Fiagnano, superando il bivio di Casalfiuma- nese fino ai Monti dell’Acqua Salata, dove nei pressi del bivio per Fontanelice vi risiedono i resti del Santuario della Madonna del Rio.
Nella foto Ponte Panico sul Reno
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