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Enogastronomia Sul cibo vietato scherza- re, perche’ mangiare bene e’ una cosa seria.
Bologna la grassa è le Capitale del buon gusto e delle eccellenze culina- rie, così come le valli della provincia nascondono tesori enogastronomici immersi nel verde di egual misura.
In Val Samoggia, lungo la strada dei Vini e dei Sapori Citta Castelli Ci- liegi, terra del Pregiato Tartufo Bianco di Savigno, del gnoc frèt, ovvero Sua Maestà il gnocco fritto (rombo di pasta fritta salata) e della tigella (in origine il disco in pietra su cui era cotta la crescentina, servita con taglieri di salumi), si alimenta una tra le realtà piu’ ricche e articolate di Vini Doc d’Italia.
Sotto il cartello dei Colli Bolognesi trovano casa il Pignoletto, il Chardon- nay, il Pinot Bianco, il Sauvignon, il Riesling Italico tra i vini bianchi, il Barbera, il Merlot e il Cabernet Sauvignon tra i rossi. In abbinamento alla Mortadella di Bologna IGP (Indicazione Geografica Protetta), servita a fette, a cubetti o in spuma, o a scaglie di Parmiggiano Reggiano DOP, tro- vano appagamento completo anche i palati piu’ esigenti. Sul versante ap-
penninico, accanto alle minestre emiliane, abbondano i piatti a base i tartufi, funghi porcini, ca- stagne e patate, (famosa quella montanara di Tolè), unitamente a secondi a base di cacciagione. Rinomate le Castagne di Grana- glione, utilizzate per la birra ar- tigianale alle castagne Beltaine, dal nome celtico della festa di primavera.
Tipici dolci locali sono i Zucche- rini montanari, fragranti biscotti aromatizzati con semi e liquori di anice
Di provenienza piu’ vicina al modenese il borlengo, sfoglia ultrasottile di pasta ripiena di cunza (lardo, aglio, rosmarino e
una manciata di Parmiggiano Reggiano) conosciuto come zampanella nei comuni bolognesi. Altro itinerario imperdibile e’ la Strada dei Vini e Sapori Colli d’Imola, coi vini Doc Colli d’Imola, Sangiovese, Albana (primo vino italiano DOCG dal 1987) e Trebbiano da accoppiare a prodotti tipici IGP come il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale, lo scalogno, la nettarina e la pesca di Romagna, nonchè i marroni di Castel del Rio , il Pecorino del pastore e l’albicocca del Santerno, piu’ l’immancabile piadina romagnola. All’interno della Rocca Sforzesca di Dozza Imolese, al confine fra Emilia e Romagna, è nata nel 1970 l’Enoteca Regionale dell’Emilia Romagna, vera e propria roccaforte del vino nostrano, con piu’ di 800 etichette di vini prodotti da oltre 200 produttori locali, sede di esposizione, vendita e degustazione guidata per un pubblico sempre piu’ consapevole. Risalendo
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