Page 176 - SAGRE E BORGHI MODENA
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del cavallino rampante vinse in quell’occasione.
Nel 1945 Ferrari fece ridisegnare un nuovo cavallino rampante da Eligio Gerosa, (1889–1978) giovane incisore milanese tuttora ricordato come uno tra i più apprezzati incisori del XX secolo. Nel progetto ampiamente modificato rispetto al disegno originario (soprattutto nella coda, che nel cavallino di Barac- ca puntava verso il basso) venne aggiunto lo sfondo giallo canarino, uno dei colori di Modena. Fu sempre Eligio Gerosa che nel 1947 disegnò il logo ufficiale della scuderia con un cavallino più snello e ripropor- zionato nelle dimensioni che con lo zoccolo sovrasta la barretta allungata della “F”. Il cavallino rampante non è stato utilizzato unicamente dal marchio Ferrari: l’ingegnere Fabio Taglioni, concittadino di Baracca, lo applicò sulle motociclette Ducati tra la fine degli anni cinquanta e l’inizio degli anni sessanta. Il caval- lino rampante è un marchio registrato della Ferrari. Peraltro, non tutti sanno che un cavallino rampante, molto simile a quello della Ferrari, è contenuto anche nello stemma della Porsche.
Nel 2014 per la seconda volta consecutiva il mar- chio del cavallino (dicitura Ferrari più logo del ca- vallino rampante su sfondo giallo rettangolare con bande tricolori) è stato riconosciuto come il marchio più influente al mondo in assoluto (superando ancora una volta Coca-Cola) secondo l’annuale classifica di Brand Finance. Il riconoscimento è supportato dal- la seguente motivazione: «Il cavallino rampante su sfondo giallo è immediatamente riconoscibile in tutto il mondo anche dove non ci sono ancora le strade. Nel suo Paese natale e tra i suoi molti ammiratori in tutto il mondo la Ferrari ispira molto più della lealtà al marchio, più di un culto e una devozione quasi religiosa». Il marchio Ferrari è anche il 35esimo di maggior valore al mondo (valutato quattro miliardi di dollari).
IL FONDATORE: ENZO FERRARI, DRAKE E GENIO
Enzo Ferrari nasce a Modena il 18 febbraio 1898. All’età di dieci anni il padre Alfredo, dirigente di una
locale fabbrica di lavorazione dei metalli, lo porta assieme al fratello Alfredo Junioe a Bologna, ad una gara automobilistica. Dopo aver assistito ad altre gare, Enzo Ferrari decide che vuole diventare un pi- lota automobilistico.
La formazione scolastica di Enzo Ferrari è abbastan- za lacunosa, cosa che sarà motivo di rimpianto nei suoi ultimi anni. Il 1916 è un anno tragico che vede la morte, a breve distanza l’una dall’altra, del padre e del fratello.
Durante la prima guerra mondiale si occupa di zoc- colare i muli dell’esercito e, nel 1918, rischia la vita a causa della terribile epidemia influenzale che colpì in quell’anno l’intero globo.
Viene assunto alla CMN, una piccola fabbrica di automobili riconvertita dalla fine della guerra. I suoi compiti includono test di guida che svolge con gio- ia. E’ in questo periodo che si avvicina seriamente alle corse e nel 1919 partecipa alla Targa Florio ar- rivando nono. Attraverso il suo amico Ugo Sivocci lavora all’Alfa Romeo che ha introdotto alcune vetture di nuova concezione per la Targa Florio del 1920. Ferrari guida una di queste vetture ed arriva secondo. Mentre è all’Alfa Romeo, diventa uno dei protetti di Giorgio Rimini, uno dei principali aiutanti di Nicola Romeo.
Nel 1923 gareggia e vince sul circuito di Sivocci a Ravenna, dove incontra il padre del leggendario asso italiano della prima guerra mondiale Francesco Baracca che rimane colpito dal coraggio e dall’au- dacia del giovane Ferrari e si presenta al pilota con il simbolo della squadra del figlio, il famoso cavallino rampante su di uno scudo giallo.
Nel 1924 agguanta la sua più grande vittoria vin- cendo la coppa Acerbo.
Dopo altri successi viene promosso a pilota ufficiale. La sua carriera nelle corse continua però solo in cam- pionati locali e con macchine di seconda mano; ha finalmente l’occasione di guidare una vettura nuova alla più prestigiosa gara dell’anno: il Gran Premio di Francia.
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