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giore, di bellissimo marmo nero intarsiato con ara- beschi di vari colori, acquistato dai fabbricieri nel 1754, presso il Duomo di Montichiari. La sagrestia è arredata con un pregevole arredo ligneo e in una teca si conservano berretta e zucchetto del Ve- scovo di Cremona Geremia Bonomelli (1831/1914).
LA “PREDA PESCADURA”
Nei giardini pubblici si trova tutt’oggi la “Preda Pe- scadura”, grosso macigno conservato, a ricordo del preesistente castello, che proprio qui sorge- va. Il curioso reperto è l’unica testimonianza delle gloriose fortificazioni gonzaghesche demolite nel XVIII secolo. Secondo la tradizione “la preda” era collocata nell’antico mercato del pesce. Al centro dell’attuale punto di ritrovo di persone dalle varie età è collocata la statua della Patrona Santa Cari- tà. Sul piccolo parco si affaccia pure il Municipio, antico palazzo appartenuto alla famiglia D’Arco.
ORATORIO DI SAN PIETRO
Il primo documento che accenna all’edificio come cappella battesimale è una permuta del 966. Altri del XII secolo confermano la proprietà di Via Cava dei benedettini. Nel 1506 il cardinale Pirro Gonza- ga, figlio di Gianfrancesco ed Antonia del Balzo (capostipiti della dinastia di Gazzuolo), donò il complesso monastico ai Girolamini. Il piccolo tem- pio, in questo periodo, fu trasformato o, forse, rico- struito insieme all’attiguo convento ed iniziò, pure, ad essere utilizzato come pantheon dei Gonzaga. Dal 1704 al 1773 S.Pietro venne affidato ai Gesuiti di Mantova, che ne fecero un luogo di villeggiatura da maggio ad agosto. Alla soppressione dei Ge- suiti, la chiesa e il convento passarono, prima al Fisco di Mantova, successivamente a Domenico Petrozzani, quindi nel 1840 a Giuseppe Raimondi, che nel 1869 lasciò l’intero complesso alla comuni- tà di Belforte. La chiesa venne riaperta al culto nel 1893 e poi definitivamente chiusa attorno al primo decennio del ventesimo secolo. Durante la secon- da guerra mondiale venne utilizzata come gra- naio e magazzino. Il campanile di stile romanico risalirebbe al rifacimento della chiesa nel secolo XI. All’interno una loggetta rinascimentale e alcu- ne lapidi sepolcrali di notevole interesse tra cui: la tomba di Antonia Del Balzo (sensibile e colta me- cenate, ospitò nella sua corte i grandi nomi della cultura dell’epoca) e di nobili famiglie quali Pico della Mirandola. Nell’abside si trova un affresco cinquecentesco. Un tempo la chiesa contene- va la “Sacra Famiglia” di Teodoro Ghisi, ora nella chiesa di S. Maria in Castello a Viadana, in quan- to donato nel secolo scorso al parroco di quella parrocchia, come ricompensa per aver sovrinteso ai lavori di restauro della parrocchiale di Belforte.
ORATORIO DI SAN ROCCO
In stile barocco, risale all’inizio del ‘600 e probabil- mente faceva parte di un più ampio complesso religioso. Nell’abside si può ammirare un quadro seicentesco raffigurante S. Rocco, con a fianco due giovani principi Gonzaga, probabilmente i commissionari dell’opera, il quadro raffigurante la Madonna del Pilar di autore ignoto (testimonian- za dei contatti che i Gonzaga intrattenevano col mondo spagnolo) ed un Crocefisso intagliato nel legno acquistato verso il 1500, per secoli punto di riferimento della tradizione popolare. Ricco è pure l’arredo ligneo (il pregevole coro con riquadri raffi- guranti santi, altare in legno dorato, tavole dipinte).
PORTICI GONZAGHESCHI
Vennero costruiti nei primi anni del ‘500 per volere di Ludovico Gonzaga, sotto la direzione di Andrea Bertazzolo da Acquanegra, padre del più famo- so Gabriele e molto probabilmente aggiunti in un secondo tempo al fabbricato retrostante, con la funzione di strada coperta. Si sviluppano per 120 metri (20 metri più lunghi della famosa galleria degli antichi di Sabbioneta, caratteristica questa che lo rende probabilmente l’opera maggiore per estensione fatta costruire dai Gonzaga nella no- stra provincia) su trenta arcate, sostenute da ven- tinove colonne in marmo di Verona, diverse l’una dall’altra per tipo architettonico e decorazioni.
TEATRO GIACOMETTI
Sorge sotto i portici ed è stato recuperato negli anni Novanta dall’Amministrazione Comunale, che negli ultimi anni sta cercando di valorizzare con iniziative stabili. Prende il nome dall’importante drammaturgo del secolo scorso Paolo Giacomet- ti. Questi nacque a Novi Ligure (Alessandria), ma trascorse a Gazzuolo una parte significativa della sua vita, avendo sposato in seconde nozze la ni- pote del parroco, dalla quale ebbe tre figli; morì il 31 agosto 1882 a Nocegrossa. Una lapide, posta davanti all’ingresso del teatro, ricorda l’artista.
 LUGLIO
Festa della rana e dello stracotto d’asina Festa dell’Avis
AGOSTO
Festa della birra e del gnocco fritto Fiera di Santa Carità
OTTOBRE Sagra di Ottobre
DICEMBRE Fiaccolata di Santa Lucia
   Oglio Po 129
Fiere ed Eventi
















































































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