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IL BORLENGO
Il gusto unico e friabile di un piatto “povero e antico”
 Piatto “povero e antico” per eccellenza, nei paesi del primo Appennino modenese, il BORLENGO, non- ostante la sua secolare età, non ha mai oltrepassato i confini entro i quali, ancora oggi, è conosciuto. Forse anche per questo le sue caratteristiche sono rimaste intatte e tramandate di generazione in generazione. Come per buona parte delle ricette tradizionali, il Borlengo è soggetto a varie rivendicazioni relative alla sua origine. Ogni paese della zona pedemon- tana e montana ne rivendica la paternità e sono nate molte leggende attorno alla sua nascita. Di fatto, la datazione più antica risale al 1266 in quello che è attualmente il territorio comunale di Guiglia.
Il Borlengo si prepara cuocendo una colla liquida pre-
parata con acqua, farina, uova e sale, in un’apposita padella chiamata “Sole” o “Ruola”. Una volta cotto, il Borlengo ha la consistenza di una sfoglia molto sot- tile e friabile. Viene quindi tolto dal fuoco e condito con la “Cunza” (un pesto di pancetta, lardo, aglio e rosmarino) e un’abbondante spolverata di Parmi- giano Reggiano. Non appena condito, il Borlengo deve essere piegato in quattro e mangiato subito fin- ché è caldo.
Spesso viene fatta confusione chiamando i Borlenghi con altri nomi come CIACCI o ZAMPANELLE, piatti che in certe zone sono realizzati in modi diversi. Per fare definitivamente chiarezza, nel 1999 è stato re- datto e depositato presso un notaio il disciplinare di produzione del Borlengo che ne definisce i requisiti.
    Strada Morane 361 Modena Tel. 059.3091523
Cucina Tradizionale Modenese
Crescentine, Gnocco fritto e Borlenghi info@osteriamorane361.it osteriamorane361.it
Pasta fresca fatta in casa Aperto pranzo e cena. Chiuso domenica sera e lunedì.
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