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rampante non è stato utilizzato unicamente dal mar- chio Ferrari: l’ingegnere Fabio Taglioni, concitta- dino di Baracca, lo applicò sulle motociclette Ducati tra la fine degli anni cinquanta e l’inizio degli anni sessanta. Il cavallino rampante è un marchio registra- to della Ferrari.
Peraltro, non tutti sanno che un cavallino rampante, molto simile a quello della Ferrari, è contenuto anche nello stemma della Porsche.
Nel 2014 per la seconda volta consecutiva il mar- chio del cavallino (dicitura Ferrari più logo del ca- vallino rampante su sfondo giallo rettangolare con bande tricolori) è stato riconosciuto come il marchio più influente al mondo in assoluto (superando ancora una volta Coca-Cola) secondo l’annuale classifica di Brand Finance. Il riconoscimento è supportato dal- la seguente motivazione: «Il cavallino rampante su sfondo giallo è immediatamente riconoscibile in tutto il mondo anche dove non ci sono ancora le strade. Nel suo Paese natale e tra i suoi molti ammiratori in tutto il mondo la Ferrari ispira molto più della lealtà al marchio, più di un culto e una devozione quasi religiosa». Il marchio Ferrari è anche il 35esimo di maggior valore al mondo (valutato quattro miliardi di dollari).
IL FONDATORE: ENZO FERRARI, DRAKE E GENIO
Enzo Ferrari nasce a Modena il 18 febbraio 1898. All’età di dieci anni il padre Alfredo, dirigente di una locale fabbrica di lavorazione dei metalli, lo porta assieme al fratello Alfredo Junior a Bologna, ad una gara automobilistica. Dopo aver assistito ad altre gare, Enzo Ferrari decide che vuole diventare un pi- lota automobilistico.
La formazione scolastica di Enzo Ferrari è abbastan- za lacunosa, cosa che sarà motivo di rimpianto nei suoi ultimi anni. Il 1916 è un anno tragico che vede la morte, a breve distanza l’una dall’altra, del padre e del fratello.
Durante la prima guerra mondiale si occupa di zoc-
colare i muli dell’esercito e, nel 1918, rischia la vita a causa della terribile epidemia influenzale che colpì in quell’anno l’intero globo.
Viene assunto alla CMN, una piccola fabbrica di automobili riconvertita dalla fine della guerra. I suoi compiti includono test di guida che svolge con gioia. E’ in questo periodo che si avvicina seriamente alle corse e nel 1919 partecipa alla Targa Florio arrivan- do nono. Attraverso il suo amico Ugo Sivocci la- vora all’Alfa Romeo che ha introdotto alcune vetture di nuova concezione per la Targa Florio del 1920. Ferrari guida una di queste vetture ed arriva secondo. Mentre è all’Alfa Romeo, diventa uno dei protetti di Giorgio Rimini, uno dei principali aiutanti di Nicola Romeo.
Nel 1923 gareggia e vince sul circuito di Sivocci a Ravenna, dove incontra il padre del leggendario asso italiano della prima guerra mondiale Francesco Baracca che rimane colpito dal coraggio e dall’au- dacia del giovane Ferrari e si presenta al pilota con il simbolo della squadra del figlio, il famoso cavallino rampante su di uno scudo giallo.
Nel 1924 agguanta la sua più grande vittoria vin- cendo la coppa Acerbo.
Dopo altri successi viene promosso a pilota ufficiale. La sua carriera nelle corse continua però solo in cam- pionati locali e con macchine di seconda mano; ha finalmente l’occasione di guidare una vettura nuova alla più prestigiosa gara dell’anno: il Gran Premio di Francia.
In questo periodo si sposa e apre una concessionaria Alfa a Modena. Nel 1929 apre la sua azienda, la Scuderia Ferrari. Viene sponsorizzato in questa im- presa dai ricchi industriali tessili di Ferrara, Augusto ed Alfredo Caniano. L’obiettivo principale dell’azien- da è quello di fornire assistenza meccanica e tecnica ai ricchi acquirenti di Alfa Romeo che utilizzano que- ste vetture per le competizioni. Stringe un accordo con l’Alfa Romeo con il quale si impegna a fornire assistenza tecnica anche ai loro clienti diretti.
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