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l’esperienza di Nomadelfia.
Nel maggio e giugno 2012 la provincia di Modena è stata soggetta a una serie di violente scosse di terremoto con epicentri nella zona della bassa mo- denese, che hanno causato alcune vittime e grossi danni al patrimonio storico, agricolo ed industriale.
ENOGASTRONOMIA
La provincia è al centro di una porzione della Pia- nura padana in cui si estendono le aree di produ- zione tipica del formaggio Parmigiano Reggiano e del prosciutto di Parma. Queste due glorie della gastronomia nazionale illustrano alla perfezione i ca- ratteri della cucina modenese, basata sul formaggio e soprattutto sul maiale, l’animale d’allevamento più diffuso nella zona. Oltre al prosciutto (da segnalare la presenza anche di quello tipico di Modena, che è più sapido del parmense), tanti sono gli insaccati di suino che meritano di essere assaggiati: citiamo i salami, la mortadella e i ciccioli. Un piatto tipico delle feste invernali è lo zampone, ottenuto con car- ne macinata di maiale insaccata nella cotica della zampa anteriore. Ma dal maiale si ottiene anche lo strutto indispensabile per il tipico gnocco fritto: una focaccia quadrata che si accompagna molto bene ai salumi. Originaria dell’Appennino è invece la cre- scentina, detta anche tigella, cotta sulla pietra nella caratteristica forma rotonda. Anche in questo caso
formaggio e salumi sono l’ideale complemento. Ti- pico delle zone montane in particolare di Guiglia, Zocca, Marano sul Panaro, Serramazzoni è anche il borlengo sottilissima sfoglia ottenuta cuocendo in ap- posite piastre “rola” un impasto di uovo latte acqua e sale, condito, una volta cotto, con la “cunza” ovvero lardo macinato, aglio e rosmarino. Ma la provincia di Modena è giustamente famosa per altri due pro- dotti tipici della tradizione: l’aceto balsamico (vedi a pagina 20, 21, 22 e 23) e il vino lambrusco (vedi pagina 24, 25, 26 e 27).
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