Page 185 - bologna borghi
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 YPVS con motore Yamaha, Minarelli, raffreddato a liquido con distribuzione lamellare di 123 cc. A que- sto segue la versione Rally di 20,5 CV a 9000 giri/ min destinato al fuoristrada e l’RST 50, un cinquantino stradale raffinato con avviamento elettrico a richiesta. I cinquantini per il fuoristrada sono l’Enduro MRX, raf- freddato a liquido con telaio monoculla sdoppiata in tubi d’acciaio, il Grizzly RCX 50 e RCW/4, il Dune ES 50 con cupolino e doppio faro.
Negli anni successivi la produzione venne spostata verso il settore degli scoote: nel 1994 venne presen- tato quello di maggior successo, il Phantom, la cui vendita continuò per tredici anni, concludendosi a fine 2007 sostituito dalla nuova versione “R”. Per molti anni ha avuto uno stretto rapporto di collaborazione con l’azienda motoristica Tedesca Sachs e ha stretto rapporti di collaborazione anche con la Yamaha per la fornitura dei motori destinati agli scooter di mag- gior cilindrata. I ciclomotori della produzione attuale montano invece propulsori di produzione Minarelli e Keeway Motors. Vennero poi anche lo scooter F10 ed il Malaguti Centro SL con ruote larghe.
L’azienda, da tempo in difficoltà di produzione e ven- dita, annunciò il 10 ottobre 2011 la chiusura dell’at- tività entro novembre dello stesso anno. In effetti l’a- zienda di Bologna, dopo aver rescisso i contratti coi fornitori, termino’ gli assemblaggi dei pezzi residui idonei a esprimere esemplari completi, e, in una se-
quenza programmata, chiuse definitivamente l’attività nel mese del febbraio 2012, mentre il precedente 19 dicembre 2011 era stata tristemente abbattuta anche la storica insegna posta sul capannone dell’azienda, per non dover pagare la tassa sulla pubblicità.
Eppure, a detta dei sindacati, le possibilità di ripresa sarebbero anche esistite, ma, nonostante avesse a disposizione 40 milioni di capitale, un capannone gigantesco e un centro ricambi, un marchio celebre e i conti in ordine, la proprietà preferì semplicemente non reinvestire i propri utili in prodotti alternativi, ed uscire dal mercato a costo zero, gettando il peso finanziario dell’operazione sulle finanze pubbliche, usufruendo così degli ammortizzatori sociali (cassa integrazione e mobilità) per i dipendenti, tutti amara- mente licenziati.
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