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Il DOPO TERREMOTO - Alluvione - tornado
notizie dal “Cratere”... e zone alluVionate
5/2012
19/01/2014
30/04/2014
Mirandola
*Progetto da 6,471 milioni per la ricostruzione del Municipio, edificio terminato nel 1468 e allargato nel Settecento. Approvato il progetto. Ora si fa il bando per i lavori.
*Il 29 maggio si è tenuta una cerimonia commemorativa a ricordo delle vittime del terremoto di 7 anni fa.
*Triste anniversario il 29 maggio. Quello della seconda scossa del terremoto del 2012. Troppe ditte hanno commesso l’errore di aprire subito fabbriche pericolose. E ci sono stati 18 morti. La madre del giovane Biagio Santucci, Anna Canavacciuolo, chiede di non dimenticare mai i morti del sisma. Mirandola ha svolto cerimonie il 20 e 29. Anche Medolla e molte scuole, come a Concordia, cerimonie di commemorazione.
MalteMPo e Piene: l’allarMe rosso
Mai tant’acqua da 40 anni. E dal 28 maggio da tutta Italia sono arrivati rinforzi per monitorare i nostri fiumi. Il Secchia, in particolare, è cresciuto a dismisura. La mobilitazione nazionale è stata necessaria. Chiusi e rinforzati tutti i ponti per un vero rischio esondazione. Il maltempo è durato anche il giorno 29 e il 30 maggio. Scuole chiuse, invito alle popolazioni a rischio ad abitare i piani alti. Purtroppo gli argini sono apparsi indeboliti. I lavori, ovviamente, non sono bastati. Rispetto al bisogno sono risultati insignificanti.
A Polinago è straripato un torrente. Vi sono stati allagamenti e frane, la viabilità non ha retto. Mobilitata la protezione civile. Dove si è potuto la popolazione è stata avvisata con altoparlanti. L’allerta, prima data come arancione, è diventata rossa, cioè esposta al massimo grado di pericolo. Po, fiumi, torrenti, argini e ponti. Non si fa quel che è necessario. Servono più risorse. Si vada a vedere cosa hanno fatto nel Veneto dopo la rotta del Po del 1951. Si sono innalzati argini altissimi, di spessori di paesi interi. Da noi, nel Mantovano che confina con la Bassa Mirandolese (interessando zone già alluvionate a fine Ottocento: San Martino Spino,
Gavello, Mortizzuolo, Quarantoli, Tramuschio, Cividale), il Po naviga ancora su argini molli e flaccidi, l’Aipo ha risorse ridicole. Dobbiamo continuare a pagare miliardi per disastri epocali invece che impiegare un decimo dei soldi per fare la prevenzione e la manutenzione come si deve? Il rapporto è di 10 a uno. Siamo di fronte ad una emergenza continua. Tanto vale autotassarci in tutta la provincia e in montagna, ovviare noi alle frane, eseguire lavori e grandi opere e dire in faccia ai politici quel che si meritano. Loro si beano dalle loro poltrone credendo di ovviare con contributi (poi arrivano?) a pioggia che non risolvono. Se in provincia di Modena piove per una settimana ci troviamo di fronte a disastri epocali e ad alluvioni. Perché la Natura non fa sconti a nessuno. Allarme dunque rosso. Arancione sui bacini meridionali del Veneto e nel resto dell’Emilia. E così sarà anche in futuro. Cosa dicono i comitati cittadini? Tanta rabbia. “Il problema è il letto del fiume, invece alzano gli argini. I sindaci chiedono nuove casse di espansione.”
Una piena del Secchia è passata nel Modenese a tarda sera del 29 maggio. Ma l’allarme rosso è stato protratto al 30 notte, anche se il tempo giovedi scorso è migliorato, perché gli argini sono imbevuti d’acqua all’eccesso. Tutti i tg si collegano con Modena per la piena del Secchia. Volontari, addetti e militari svolgono un monitoraggio continuo.
A Ponte Alto più timore che altrove. Molti hanno traslocato ai piani alti le loro masserizie. Paura anche ai Tre Olmi, a San Pancrazio e a Villanova. La gente dice che quei sacchetti di sabbia e ghiaia sono pochi e ridicoli. Sono gli argini che devono essere alzati. A Bastiglia e Bomporto la paura ritorna, nel ricordo dell’alluvione relativamente recente. A Sozzigalli e Soliera le scuole sono state riaperte per ultime. A Campogalliano molti hanno deciso di cambiare residenza. Sono 12 le famiglie continuamente evacuate.
Chiusi Ponte Alto e l’Uccellino più volte.
Sant’Antonio in Mercadello. Qui la popolazione ce l’ha con l’Aipo perché gli sfalci d’erba non avvengono mai.
MontaGna PeriColosa
Non bastassero le frane, la montagna dell’Appennino molla pure essa e intere famiglie sono rimaste isolate per il traffico interrotto. A Prignano (smottamenti), Pianorso, Pavullo (franoso), Zocca (dissesti sulla provinciale), Marano e Serramazzoni emergenza continua. La frazione di Mocogno con gravi dissesti, ha chiuso molte vie.
aGriColtura e aziende
L’agricoltura con pioggia e vento ha cambiato volto. Piante asfissiate. Danni incalcolabili, frutti marciti e a terra. La Regione Emilia Romagna deve chiedere subito aiuti e contributi al Governo.
doPo l’eMerGenza
Ed ora i fatti. Vogliono (o promettono) alzare gli argini. Ma prima, non è meglio abbassare l’alveo e pulire i corsi d’acqua come si deve? Si è appurato che la manutenzione non è scarsa, ma scarsissima, che gli sfalci non si fanno o se ne fanno al risparmio, con le poche risorse ottenute. Che se uno porta a casa legname dal fondo dei fiumi viene persino multato (invece di ringraziarlo!). Che i ponti non sono tutti sicuri. Che nutrie, volpi, tassi e altri animali scavano a non finire e si abbattono pochi animali rispetto a quelli che hanno prolificato. Che la sorveglianza, in emergenza, è poca e che si devono perciò chiamare rinforzi da fuori. Servono anche nuove casse di espansione. E se la montagna si sfalda bisogna provvedere nelle bella stagione. Ci sono centri letteralmente isolati sul nostro Appennino. Frane, smottamenti, carreggiate distrutte.
Medolla
Si è svolto a Medolla un convegno su sisma e sicurezza, nell’80° di fondazione del corpo nazionale dei Vigili del fuoco. A scopo preventivo, ma si è parlato anche di cosa fare quando i disastri sono già avvenuti. Posate corone e lette poesie.
noVi
Un comune con molta popolazione ancora esodata a causa del terremoto. Il 14% delle famiglie, dopo sette anni, attende ancora di ritornare nelle abitazioni ricostruite. 860 le richieste finora pervenute, delle quali 590 hanno ottenuto contributi, per circa 200 milioni. Ma la situazione non è ottimale.
nuBiFraGio e allaGaMento a sorBara
Nella notte del 25 maggio si è abbattuto un diluvio nelle campagne tra Bastiglia, Sorbara e Bomporto. È esondato il canale Navicello e ha causato danni a case, coltivazioni e ad alcune aziende. Una bomba d’acqua. Ci facciamo trovare sempre più impreparati. Ormai nelle nostre zone è sempre emergenza. E le istituzioni? Di sicuro continuano a volere le tasse, ed è l’unica cosa certa.
i danni dell’aGriColtura
Un allarme dal settore! La nostra regione ha la quota più elevata di superficie coltivabile d’Italia. 24.140 ettari che devono essere tutelati! Il 20% di queste areee è a rischio frane.
Continuo MonitoraGGio da Modena a ConCordia Con 700 Volontari e Militari Fino a tutto il 30 MaGGio
Si rinnova solo per GiuGno
la promozione della centralina Gratuita (valore 500 €)
pag. 19 • N.11 • 08-06-2019