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ATTUALITà
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Sabato 28 settembre 2019 si terrà la terza edizione
di “Ferrara mia, insieme per la cura della città” una
mattinata di volontariato e partecipazione civica per la
cura e pulizia della nostra città organizzata nell’ambito
dell’iniziativa “Puliamo il mondo 2019” in collaborazio-
ne con il Circolo il Raggio Verde di Ferrara e con Hera.
Questa iniziativa è realizzata anche grazie al progetto
“Educazione alla cittadinanza e beni comuni”, promosso
da ARPAE con i Centri di Educazione alla Sostenibilità
dell’Emilia Romagna. Il tema della gestione sostenibile dei beni comuni attraverso processi e metodologie partecipative si conferma come un tema trasversale a tutte le azioni educative previste dal Programma INFEAS 2017/19 ed ha trovato un recente impulso nella ricerca e pubblicazione nazionale “Alla scoperta della green society” a cura di Vittorio Cogliati Dezza. In questo contesto nasce il progetto “Educazione alla cittadinanza e beni comuni”, a cui hanno aderito 12 CEAS con il coordinamento di BAC Bologna Ambiente Comune il Multicentro del Comune di Bologna in collaborazionecon altri CEAS della regione. L’obiettivo del progetto è sviluppare, in continuità con il precedente progetto “Città Civili”, l’educazione ai beni comuni, aggiornando chiavi di analisi e mappa delle esperienze, favorendo la diffusione delle buone pratiche e la creazione di nuove iniziative. Il progetto nasce dalla necessità degli enti locali e dei CEAS di dotarsi di strumenti ed esperienze pilota sulla gestione partecipata dei beni comuni. Questo bisogno nasce sia dall’urgenza di abilitare i cittadini attivi sul fronte della cura dei beni comuni mettendoli in condizione di operare efficacemente, sia dalla consapevolezza che il perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, resilienza e valorizzazione dei servizi ecosistemici, sia nelle aree urbane sia nelle aree a vocazione più naturalistica, debba necessariamente passare da una gestione che veda una collaborazione tra amministrazione e società civile.Solo attraverso pratiche di collaborazione, infatti, queste tipologie di beni comuni possano essere preservate e trasformate in un patrimonio delle comunità coinvolte. I bisogni educativi del territorio regionale che l’azione progettuale intende affrontare sono i seguenti:
- la necessità di promuovere azioni condivise di caring dei beni comuni e di sperimentare le pratiche più efficaci in questo campo; - l’opportunità di proporre alle amministrazioni locali momenti formativi sulle metodologie e sugli strumenti amministrativi più ap- propriati.Nell’ambito di questo progetto è stata realizzao il secondo volume di Città civili dell’Emilia-Romagna. Approfondimenti tematici sulla gestione dei beni comuni e sostenibilità (Descrizione e pdf scaricabile)
L’azione di progetto del Centro IDEA
Nel comune di Ferrara è attivo dal 2011 l’Urban Center che in questi anni, attraverso percorsi e progetti partecipativi ha realizzato varie attività e percorsi sui beni comuni.
Queste attività hanno individuato una grossa parte di cittadinanza attiva e interessata ai beni comuni che ha manifestato grande impegno e volontà di procedere con la cura del proprio territorio.
Si è riscontrata la richiesta da parte dei cittadini di ricevere informazione/formazione per rendere più efficace il loro impegno e contestualizzarlo in un’ottica di sviluppo e gestione sostenibile delle aree pubbliche.
Finalità e obiettivi dell’azione proposta dal Centro IDEA nell’ambito del progetto “Educazione alla cittadinanza e beni comuni” in accordo con l’Urban Center del Comune di Ferrara, sono quelli di aumentare le conoscenze e le competenze dei cittadini che vogliono partecipare attivamente alla cura della propria città, mettendoli in grado di proporre azioni concrete, realizzabili e innovative considerando il verde in un’ottica nuova, come contributo alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici. Si è proposto un corso “Coltivare lo spazio pubblico” rivolto alla cittadinanza di progettazione/riconversione/tecniche di agri- coltura sostenibile delle aree pubbliche con al centro il verde come forma di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Obiettivo di questo corso era stimolare le persone affinché nella rigenerazione di un’area non sia considerata solo la parte di arredo, come ad esempio una panchina o un’aiuola, ma si realizzi quale valore un prato rustico o un piccolo boschetto possano avere nel contribuire al benessere della collettività. Approfondisci alla pagina Coltivare lo spazio pubblico
Sempre nell’ambito di questo progetto è stata organizzata l’iniziativa “Ferrara mia insieme per la cura della città” che si è svolta il 29 settembre 2018 e il 23 marzo 2019. I risultati dei vari progetti della Rete di Educazione alla Sopstenibilità sviluppati nell’ambito di questo progetto verranno presentati al convegno
Beni comuni e sostenibilità organizzato nell’ambito del nell’ambito del GREEN SOCIAL FESTIVAL
 PROGRAMMA
> 8,30 Ritrovo partecipanti presso l’Urban Center, Cso Isonzo 137 > 8,45 Distribuzione materiali
> 9.00 Inizio azioni di pulizia
> dalle 12.00 alle 14.00 riconsegna materiali presso Urban Center Le zone proposte sono:
Via Darsena - Darsena City - area verde lato canale
Viale Costituzione - parco pubblico
Via Ticchioni - sottomura
Via Mameli, Via San Giacomo - sottomura
Sottopassaggio via Aldo Ferraresi - Via Saragat Via Ippodromo - pulizia area verde
Viale Po - sottomura viale Po, Viale Belvedere Via Divisione Garibaldina - pulizia area verde Via Recchi
Via Modena - da Via Pontida vs stazione FS
Viale Alfonso d’Este - tratto Bagni Ducali, Porta Mare
Via Canapa, accessi al Parco Urbano e zone limitrofe Per informazioni: Centro IDEA e-mail idea@comune.fe.it - tel. 0532 740692 - 742624
  Davide Conte
Mentre nell’Unione Europea e in Italia la natalità ha toccato il minimo sto- rico e il tasso di natalità del nostro Paese si conferma all’ultimo posto, a Bologna continuano a nascere tanti bambini: nel 2018 si è toccata quota 3.091, un numero che ci riporta a livello di fine anni Settanta. Si consolidano, sul fronte della natalità, le scelte registrate nell’ultimo decennio: le madri sono soprattutto trentenni e quattro bambini su 10 sono figli di coppie non sposate, oltre 3 neonati su 10 hanno un genitore di nazionalità non italiana. Questi alcuni dei dati contenuti nella fotografia delle tendenze della natalità a Bologna nel 2018 scattata dall’Ufficio comunale di Statistica. “Il futuro di una città vive nei suoi bambini e nelle loro famiglie. Quando si afferma che un territorio guarda al futuro solitamente si fa riferimento a infrastrutture, ricerca, sviluppo - afferma l’assessore comunale al bilancio, Davide Conte - ma il vero ‘indice di futuro’ di una città è il tasso di natalità, il numero di bambini che nascono in città. I dati che pubblichiamo oggi confermano che Bologna sta costruendo il proprio futuro non solo con investimenti, innovazione e ricerca, ma anche mettendo al centro le famiglie, le persone e i loro progetti di vita in modo anche originale rispetto al trend nazionale. Si tratta di un risultato reso possibile da un sistema di servizi, imprese e lavoro che si è rafforzato negli ultimi anni superando la crisi e che sta crescendo ancora”. Dunque nel 2018 sono nati in città 3.091 bambini, e dal 2006 si continua a superare quota tremila, con 7,9 nati ogni mille residenti. Questo tasso di natalità è superiore sia rispetto a
quello medio regionale (7,4 nati ogni mille abitanti), sia al tasso di natalità nazionale (7,3 nati ogni mille abitanti), ma inferiore a quello dell’Unione Europea che si attesta a 9,7 nati per mille residenti. La natalità rimane quindi sui valori di fine anni Settanta, per la nostra città relativamente elevati.
Quasi quattro bambini su dieci sono nati al di fuori del matrimonio (1.212 bambini, pari al 39,2%), un dato in linea con la tendenza a costituire stabili unioni non coniugali con figli: infatti quasi tutti i bimbi nati al di fuori del matrimonio sono stati riconosciuti da entrambi i genitori. Negli ultimi decenni sono avvenuti importanti cambiamenti nelle scelte riproduttive da parte delle coppie e si diventa genitori sempre più tardi: a Bologna nel 2018 le madri avevano mediamente 33,7 anni, con un posticipo della maternità di tre anni rispetto al 1991, mentre nello stesso arco di tempo il rinvio per i padri è stato di quasi 4 anni arrivando a un’età media di 37,2 anni. Le madri sono soprattutto trentenni: la scelta riproduttiva infatti avviene soprattutto tra i 30 e i 39 anni (63,7% delle madri). Un terzo delle madri ha tra i 30 e i 34 anni (32,8%), mentre il numero di donne che affrontano la maternità tra i 35 e 39 anni è progressivamente aumentato ed è quasi raddoppiato nell’arco degli ultimi vent’anni (dal 16,3% del 1991 al 30,9 % nel 2018). Quasi dimezzata la percentuale di madri in età da 25 a 29 anni, passate dal 30,9% nel 1991 al 15,9% nel 2018, mentre i nati da donne over 40 sono il 12,7% (erano appena il 2,8% nel 1991). Più che triplicati rispetto al 1991 i parti gemellari: passati da 20 nel 1991 (appena lo 0,9% dei parti), a 68 nel 2018, rappresentano il 2,2% del totale. Su questo fenomeno ha sicuramente pesato l’innalzamento dell’età dei genitori e un più frequentericorsoallafecondazioneassistita. Lo scorso anno sono nati 1.142 bambini che hanno almeno un genitore straniero, un valore di 6 volte e mezzo superiore a quello del 1992. Fra questi sono 795 i bambini di nazionalità straniera, che rappresentano ol- tre un quarto del totale delle nascite (25,7%). Sono invece 347 i figli di coppie miste, che hanno pertanto cittadinanza italiana, pari all’11,2% dei nati nel 2018. In sintesi oltre tre nati su dieci hanno almeno un genitore straniero (36,9%). Perché la natalità a Bologna tiene La natalità è determinata prin- cipalmente da due fattori: la propensione delle coppie ad avere figli e la struttura per età della popolazione. A parità di fecondità il livello delle nascite dipende dal numero di
madri potenziali: le bambine e ragazze di oggi saranno le madri di domani, se sono poche genereranno comunque un numero limitato di figli. L’accentuata denatalità, che ha caratterizzato l’ultimo quarto del secolo scorso, causa un progressivo restringimento della popolazione in età riproduttiva deter- minando l’attuale denatalità in Europa e in Italia. A Bologna la fecondità si mantiene abbastanza stabile a un livello relativamente discreto, ma la popolazione sta invecchian- do e l’ingresso delle millennial non riesce a controbilanciare l’uscita delle baby boomer. Le donne in età feconda sono notevolmente diminuite: dalle oltre 102 mila del 1986, alle 82.756 del 2018, ben il 19% in meno. In questo periodo le più giovani risultano quasi dimezzate, con un calo del -46,4% per le ragazze tra 20 e 24 anni, mentre le adolescenti tra i 15 e i 19 anni si sono ridotte del -44% e le giovani donne tra i 25 e 29 anni sono circa un quarto in meno (-24,4%). Tuttavia l’immigrazione straniera ha rallenta- to la diminuzione delle donne in età feconda che a Bologna avevano raggiunto il minimo storico di 80.176 nel 2002. Considerando gli annipiùrecentilapopolazionefemminile è gradualmente risalita ai livelli di fine anni novanta con 82.756 donne nel 2018. Ciò è stato favorito, dall’apporto migratorio delle cittadine straniere in questa fascia d’età, che sono quasi triplicate tra il 2002 e il 2018 e attualmente sfiorano le 18.800 unità (oltre un quinto delle donne tra i 15 e i 49 anni in città; 22,7%). Presupponendo che nel breve periodo non si verifichino importanti variazioni rispetto alle dinamiche migratorie e alla propensione alla fecondità, difficilmen- te ipotizzabili, fino al 2026 il numero delle nascite dovrebbe continuare a posizionarsi su valori intorno alle 3.000 unità; successiva- mente l’inevitabile contrazione delle donne in età feconda determinerà una flessione del numero dei nati immediatamente sotto questa soglia, su livelli comunque ancora moderatamente elevati per Bologna. Le prospettive a breve per la nostra città sono abbastanza favorevoli soprattutto se paragonate a quelle nazionali; tuttavia è necessario che la propensione ad avere figli si mantenga elevata, in quanto la denatalità si autoalimenta, producendo effetti anche nel lungo periodo, riducendo il bacino di potenziali genitori con conseguente calo delle nascite e progressivo invecchiamento della popolazione.
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pag. 6 • N.18 • 21-09-2019




















































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