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 pico mondo sembra slegato dall’ambiente rurale che lo circonda. È un lembo di terra bagnato dal Po e dall’Oglio, che un principe-mecenate ha im- merso nella dimensione onirica del Rinascimento. Sabbioneta è il capolavoro di una sola volontà, che ha realizzato il suo spazio teatrale su misura, la sua piccola Roma per placare la sua nostalgia della città eterna.
DA VEDERE
CHIESA DI S.ANTONIO
Si trova in località Villa Pasquali, dove la mano di Antonio Galli Bibiena progettò la Chiesa parroc- chiale di Sant’Antonio Abate. Costruita tra il 1764 e il 1784, la chiesa appare imponente e affascinan- te. La cupola centrale, le tazze del coro e le due maggiori cappelle hanno una sottovolta traforata in cotto che rende suggestiva l’immagine della chiesa, illuminandola con una luce indiretta.
COLONNA DI MINERVA
La Colonna di Minerva, che oggi si trova al centro di Piazza d’Armi di fronte alla galleria fino 1932 si trovava all’incrocio tra l’antica via Giulia e l’odier- na via Dondi. In questo punto si intersecano l’area privata del duca costituita dal complesso Rocca- Palazzo del Giardino-Galleria e quella residenziale dei cittadini. Il fusto scanalato in marmo botticino, realizzato nelle cave bresciane intorno al 1583, fu munito nel 1584 di una base e un capitello bron- zei fusi da Andrea Cavalli, scultore al servizio del duca. La statua di epoca andrianea o antonina, costituisce un pregevole pezzo archeologico ac- quistato sul mercato antiquario dal duca e fortu-
natamente non trasferito a Mantova durante la confisca del 1773.
GALLERIA DEGLI ANTICHI
Il “Corridor grande” fu edificato tra il 1584 ed il 1586 per essere il contenitore delle collezioni del duca. La raccolta, che comprendeva marmi antichi e an- che trofei di caccia provenienti dalle raccolte im- periali di Praga, rimase all’interno dell’edificio fino al 1773, quando furono trasferite nel palazzo dell’Ac- cademia di Mantova. Oggi i marmi restaurati sono esposti nella galleria di Palazzo Ducale e in Palazzo San Sebastiano, entrambi nel capoluogo.
La decorazione ad affresco delle pareti fu rea- lizzata nel 1587 da Giovanni e Alessandro Alberti, aretini, i quali dipinsero le prospettive dei lati corti e le figure allegoriche delle pareti lunghe. Le pano- plie, i festoni, i vasi e gli stemmi sono da riferire inve- ce a loro collaboratori. Il soffitto ligneo, un tempo dipinto d’azzurro, presenta nei cassettoni piccole rosette dorate. Il pavimento era in origine lastricato
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