Page 44 - Demo
P. 44
Un tuffo nella STORIA
LE ORIGINI
La leggenda vuole che la fondazione di Mantova sia avvenuta per mano dell’indovina greca Manto e che si debba a lei il nome della città; più verosimilmente le origi- ni del nome sono da attribuirsi alla divinità infernale etru- sca Mantu, con riferimento agli antichi insediamenti etru- schi sul territorio mantovano, come testimonia il vicino sito archeologico del Forcello (in località Bagnolo San Vito). La città etrusca di Mantova occupava un’area insula- re che emergeva dal Mincio, corrispondente a poco più dell’attuale Piazza Sordello; proprio per la posizione elevata, questo spazio è stato abitato anche in epoca romana. Ne sono testimonianza i recenti ritrovamenti in Piazza Sordello di muri perimetrali e di mosaici di una Do- mus romana, insieme a numerosi altri reperti conservati al Museo Archeologico Nazionale.
Dal passato più lontano di Mantova provengono gli “Amanti”, scheletri del Neolitico ritrovati sepolti abbraccia- ti in località Valdaro, nei pressi della città, e ora esposti presso il Museo Archeologico Nazionale. Il ritrovamento ha avuto un forte impatto nell’immaginario collettivo anche fuori dall’Italia, al punto che la band americana Quitting Heaven ha espressamente dedicato loro la can- zone Skeleton Kiss.
IL MEDIOEVO CON MATILDE
Intorno all’anno Mille, Mantova entrò a far parte dei pos- sedimenti dei Canossa e sotto Bonifacio ne divenne la capitale. Gli successe la figlia Matilde, a cui si deve l’edi- ficazione della chiesa più antica della città, la Rotonda di San Lorenzo, oggi frutto di un restauro del primo No- vecento. A pianta circolare, la chiesa conserva il matro- neo con tracce dell’originaria decorazione ad affresco di scuola bizantina. Alla morte di Matilde, Mantova divenne libero Comune. Il primo ampliamento della città si deve ad Alberto Pitentino che nel 1190 regolò il corso del Min- cio formando i laghi che circondano la città. Risalgono a questo periodo le numerose torri cittadine, tra cui svetta quella degli Acerbi, detta “della Gabbia”, per la struttura a sbarre cinquecentesca murata all’esterno, ove i prigio- nieri erano messi alla gogna; il Palazzo del Podestà, risi- stemato nel Quattrocento da Luca Fancelli, conserva in facciata la duecentesca statua di Virgilio in Cattedra; la Masseria, in cui è presente l’affresco con l’immagine più antica della città e il Palazzo della Ragione, destinato all’amministrazione della giustizia, che si affaccia su Piaz- za Erbe, oggi come allora sede del mercato. Di assetto medievale anche la Chiesa di Santa Maria del Grada- ro edificata nel 1256 fuori le mura
Dalle origini etrusche al Risorgimento, Mantova protagonista nei secoli
NEL RINASCIMENTO COI GONZAGA
I Gonzaga diventarono Signori di Mantova nel 1328, dopo aver cacciato la famiglia dei Bonacolsi. A loro si deve un nuovo ampliamento urbano e la mirabile fioritura artisti- ca di Mantova. Sotto il dominio del marchese Ludovico II ebbe inizio la renovatio urbis. Molti artisti si adoperarono per modernizzare e impreziosire la città, tra cui Andrea Mantegna, che dipinse per il marchese la Camera Pic- ta o “Camera degli Sposi”, e Leon Battista Alberti, che progettò il rifacimento della Basilica di Sant’Andrea e l’edificazione del Tempio di San Sebastiano nell’area di espansione rinascimentale, di fronte all’isola del Te, dove sorgerà in seguito Palazzo Te, villa di delizie, opera di Giulio Romano. Ogni edificio che sorge nell’area al di fuori del nucleo più antico della città deve esaltare la Si- gnoria, compresi i luoghi di servizio come le cinquecente- sche Pescherie, progettate da Giulio Romano, destinate al commercio del pesce.
In quest’epoca la corte si arricchisce di opere di celebri artisti contemporanei e di reperti classici che vanno a costituire le collezioni artistiche della città. Testimonianze delle stesse sono tuttora visibili al Museo della Città di Pa- lazzo San Sebastiano, al Museo Diocesano e al Museo di Palazzo Ducale. Importanti esempi dell’architettura urbana rinascimentale sono: la Casa-bottega del Mer- cante Boniforte, in Piazza Erbe, in stile gotico veneziano; la Casa-bottega del Viani, in Piazza Marconi, che conserva la quattrocentesca facciata dipinta, di scuola mante- gnesca, sopravvissuta quasi integralmente; la Casa del Mantegna di rigoroso volume geometrico con all’interno il cortile dalla particolare pianta circolare, attualmente sede espositiva; la Casa di Giulio Romano (non visitabile internamente).
I Gonzaga abitarono in prestigiose residenze. La più anti- ca e complessa dal punto di vista architettonico è Palazzo Ducale che, con le sue magnifiche sale, i numerosi edifici collegati da corridoi e gallerie, i cortili, le piazze, i giardini,
42 Mantova Sagre e Borghi
Mantova Storia