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Casa-bottega del Viani, in Piazza Marconi, che conserva la quattrocentesca facciata dipinta, di scuola mante- gnesca, sopravvissuta quasi integralmente; la Casa del Mantegna di rigoroso volume geometrico con all’interno il cortile dalla particolare pianta circolare, attualmente sede espositiva; la Casa di Giulio Romano (non visitabile internamente).
I Gonzaga abitarono in prestigiose residenze. La più anti- ca e complessa dal punto di vista architettonico è Palazzo Ducale che, con le sue magnifiche sale, i numerosi edifici collegati da corridoi e gallerie, i cortili, le piazze, i giardini, di cui uno pensile, è tra le regge più estese d’Europa. Re- sidenza ufficiale dei Signori di Mantova fino a tutto il Sei- cento, il complesso ha subito modifiche e adattamenti al gusto estetico delle diverse epoche. Ospita capolavori del Quattro-Cinquecento come le Sale col ciclo cavalle- resco del Pisanello, la Camera degli Sposi del Mantegna all’interno del Castello di San Giorgio, i preziosi lavori d’e- banisteria nello Studiolo di Isabella d’Este in Corte Vec- chia, l’Appartamento di Troia realizzato da Giulio Romano in Corte Nuova, il ciclo completo degli arazzi fiamminghi tessuti su cartoni di Raffaello. Al polo opposto della cit- tà si trovano le dimore private e di rappresentanza dei Gonzaga. Palazzo di San Sebastiano, edificato nel primo Cinquecento per volere di Francesco II, ospitava le nove tele che formano Il Trionfo di Cesare del Mantegna, oggi conservate ad Hampton Court (Londra). Il palazzo è sede del Museo della Città e ospita opere che raccontano i momenti emblematici della civiltà mantovana. Palazzo Te, voluto da Federico II, era il palazzo dell’honesto ocio, dove il principe poteva trovare ristoro intellettuale. Capo- lavoro assoluto di Giulio Romano, edificato tra il 1525 e il 1535, il palazzo accoglie al suo interno la Sala dei Cavalli, dedicata ai cavalli pregiati che i Gonzaga allevavano, la Camera di Amore e Psiche destinata ad accogliere gli ospiti più illustri per banchetti e cene e la Camera dei Gi- ganti, dagli stupefacenti effetti acustici e visivi, realizzata in onore dell’imperatore Carlo V che aveva concesso a Federico il titolo di duca.
AUSTRIACI E FRANCESI
Con la caduta della famiglia Gonzaga, Mantova pas- sò sotto la dominazione austriaca e francese. Nel 1775 fu ampliato il Palazzo Accademico che diverrà la sede della Reale Accademia di Scienze e Belle Lettere fondata da Maria Teresa d’Austria, oggi Accademia Nazionale Virgiliana. Nel palazzo, pochi anni prima, era stato edifi- cato il Teatro Scientifico, piccolo gioiello barocco ope-
ra dell’architetto Antonio Galli Bibiena. Il teatro ospitò, a pochi giorni dall’inaugurazione, un concerto dell’allora quattordicenne Wolfgang Amadeus Mozart. Si deve a Maria Teresa anche la fondazione della biblioteca pub- blica, per questo denominata Teresiana, all’interno del Palazzo degli Studi. In perfetto stile neoclassico è Palazzo d’Arco (1782-92), oggi sede museale, che conserva mo- bili e suppellettili d’epoca oltre a belle tele. Sul giardino si affaccia la Sala dello Zodiaco col ciclo d’affreschi cin- quecenteschi. Il palazzo ha ospitato, nel 1810, il processo del tribunale napoleonico all’eroe tirolese Andreas Hofer, condannato e giustiziato presso la Cittadella di Porto (oggi Cittadella), dove si trova un giardino a lui dedica- to. Tra il Settecento e l’Ottocento, infatti, Mantova venne annessa alla Repubblica Cisalpina e occupata dalle truppe napoleoniche. Alla dominazione francese si deve l’intervento di sistemazione dell’area di Piazza Virgiliana a giardino pubblico con il busto del Poeta. L’attuale monu- mento risale al 1926.
IL RISORGIMENTO
Durante tutto il periodo risorgimentale, sotto il dominio austriaco, Mantova implementò le strutture fortificate e diventò parte del sistema difensivo del Quadrilatero, as- sieme alle fortezze di Peschiera, Verona e Legnago. È pos- sibile visitare, con un percorso che si snoda intorno alla città, i resti delle architetture militari, dalle Lunette Fossa- mana e Frassino al Forte di Pietole, situato nel Comune di Virgilio. Tra il 1851 e il 1855, furono giustiziati in località Belfiore alcuni patrioti mantovani (i Martiri di Belfiore), che complottarono contro l’Impero Asburgico. A loro la città ha dedicato un cippo e un monumento. Nella sezione risorgimentale del Museo della Città di Palazzo San Se- bastiano, sono conservati armi, abiti, oggetti personali e documenti dei protagonisti dell’epoca. Risale a questo periodo storico il Teatro Sociale, inaugurato nel 1822, che ospitò, oltre ad attori e artisti di fama, anche personaggi come Garibaldi e Vittorio Emanuele II, ricordati nelle tar- ghe in facciata. Tra gli edifici novecenteschi, spiccano, invece, le opere eclettiche di Aldo Andreani, architetto e scultore mantovano. Oltre a molte abitazioni private, come la casa di Tazio Nuvolari in via Chiassi, l’Andreani lavorò all’edificazione e decorazione del Palazzo della Camera di Commercio nel 1914 e alla risistemazione dei palazzi comunali di Piazza Erbe.
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